Recupero monumenti? Nè soldi, nè una regia


Mura staz aprile 09L’Aquila – Aiuti dai paesi esteri? Pochi, meno di quanto ci si aspettasse: in pratica, solo Francia, Germania, Russia hanno assunto impegni concreti, mentre dall’Italia, solo la Regione Veneto ha teso una mano. Il disappunto delle nostre istituzioni (interpretato ieri dalla presidente Pezzopane che parla di grande delusione) si è tradotto anche in un appello della Regione Abruzzo al Ministro Frattini, perchè dia una “strigliatina” alle ambasciate di nazioni che avevano, l’estate scorsa nel G8, manifestato buone intenzioni. Rimaste tali. L’Aquila si ritrova, a sette mesi dal suo diastro le cui dimensioni appaiono ogni giorno più consistenti, con l’intera parte storica che ne faceva una città attraente per il turismo “colto” (mai, però, davvero promosso e facilitato) distrutta, e senza prospettive. Occorrono infatti somme enormi per pensare, semplicemente pensare, ad un recupero del patrimonio monumentale fatto di chiese ed altri edifici di cui si potrebbe finanziare la ricostruzione. Miliardi di euro, chi dice tre, chi più realisticamente 10 oppure 20, e molti anni. Nessuno dice quanti. Ma chi sta con i piedi per terra, sa che sono un numero alto. Non si può dire nulla dei tanti edifici privati, palazzi nobiliari, cortili, torri, fontane, andati distrutti e inesorabilmente colorati in rosso nell’ultima mappa pubblicata dal Comune.
Le risorse? Per ora non ce ne sono, se non in minima parte, disponibili: sono previste come “spalmate” negli anni, tanto l’anno, e forse ha avuto una percezione esatta chi ha parlato dell’assoluta necessità di una tassa di scopo, da imporre a tutti gli italiani, per ricavare – negli anni – somme adeguate alle reali necessità. Ottima la risorsa dai fondi che arrivano dai giochi, milioni di euro, che i giocatori pagano spesso senza neppure sapere cosa stanno facendo. Se qualcuno chiedesse loro una tassa, la prenderebbero male. Comperando un gratta e vinci o un altro modulo ludico accettano più volentieri quello che è comunque un balzello, ma travestito, camuffato da gioco che può teoricamente rendere ricchi.
Questo, a grandi linee, il quadro della situazione. Ma come dicevamo aprendo il doloroso discorso dei soldi che occorrono (in definitiva, tutto è sempre un problema di soldi), è assente una regia, un organo o un centro di coordinamento di iniziative, un progetto, un vero programma della ricostruzione monumentale.
corso fed II
L’elenco ufficiale parla di circa 45 monumenti che lo Stato ha deciso di salvare, a L’Aquila la maggior parte, ma non solo: ne figurano anche in altre zone dell’Abruzzo che hanno subìto danni.
Dalla pubblicazione dell’elenco, un paio di mesi fa, non si sono apprese notizie di piani, ma solo di interventi rari e sporadici, sicuramente apprezzabili, ma assolutamente parziali. Di questo passo, il tempo che occorrerà davvero non può calcolarlo nessuno. L’Aquila, infatti, non c’è e non ci sarà, benchè’ da più parti si senta proclamare che “deve tornare com’era e dov’era”. Retorica. Al momento, si hanno notizie e qualche certezza solo per le “messe in sicurezza”: puntelli e plastica per fermare i crolli, che minacciano di polverizzare il poco che resta.
(Nelle foto Col: Le mura della stazione e corso Federico II sono così, com’erano ad aprile)


20 Novembre 2009

Categoria : Cultura
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.