Dignità e reddito per chi lavora nei campi
Avezzano – I GIOVANI SONO DISPOSTI A FARE GLI AGRICOLTORI E OCCUPARSI DI PRODOTTI SALUTARI – Un’agricoltura dal volto giovane, che sappia premiare la capacità di fare impresa e dare attenzione alla qualità e alla sicurezza alimentare. Ma soprattutto un’agricoltura capace di dare la giusta importanza a chi vive realmente del lavoro nei campi. Sono le richieste emerse nel corso dell’incontro tra i giovani imprenditori agricoli della provincia aquilana iscritti a Coldiretti, che si sono riuniti nella sede di Avezzano, in Piazza Castello, per confrontarsi sui bisogni, le esigenze e le prospettive dell’agricoltura aquilana alla vigilia della stesura del prossimo Piano di Sviluppo rurale, che ripartirà i finanziamenti europei previsti dalla nuova Pac per le imprese agricole.
Una riunione nel ‘cuore’ dell’economia agricola provinciale che ha visto partecipare, oltre al direttore di Coldiretti L’Aquila Massimiliano Volpone, il Delegato Regionale di Coldiretti Giovani Impresa Abruzzo, Pier Carmine Tilli, e il delegato provinciale del ‘movimento’ Giovanni Felli, oltre ad un corposo gruppo di imprenditori al di sotto dei trentacinque anni, che hanno evidenziato le esigenze dell’agricoltura provinciale ribandendo tuttavia la grande voglia di ‘sfidare’ il futuro e di essere protagonisti di un settore che, oggi più degli altri, trova nelle giovani generazioni un fertile terreno per crescere.
I giovani imprenditori, oltre che condurre la crescita delle proprie realtà imprenditoriali aziendali dovranno assumere ruoli di guida delle strutture e percorsi economici del territorio funzionali agli interessi generali del settore agricolo. Anche perché, in Abruzzo, l’appeal del settore agricoltura sui giovani è sempre più forte. E lo dimostrano i dati dell’ultimo Piano di sviluppo rurale, che dal 2009 ad oggi ha visto circa 1200 nuovi insediati al di sotto dei 40anni per una dotazione finanziaria messa a disposizione della Regione pari a 39milioni di euro. <> ha evidenziato il delegato Tilli <
Tra gli altri argomenti, l’esigenza di una organizzazione di mercato capace di dare opportunità di commercializzazione dei prodotti orticoli locali e la sempre più impellente necessità della tutela del territorio come garanzia di qualità e salubrità alimentare, soprattutto nella zona marsicana, culla delle produzioni orticole più importanti e rappresentative dell’agricoltura regionale con oltre 13mila ettari di orticoli, dei quali circa 3mila coltivati a carote (che generano un valore aggiunto di 74 milioni di euro e rappresentano il 27% del prodotto nazionale) e il resto a patate (con 61 milioni di euro che rappresentano il 9,2 % del dato italiano), radicchio, indivia, finocchio e cavolfiore. <
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