Dicono Mancini e Perilli


L’Aquila – I consiglieri comunali Mancini e Perilli scrivono: “Il nuovo regolamento per l’applicazione dell’Imposta comunale sugli immobili (Ici) prevede di reinserire tra le aree edificabili le zone a verde pubblico attrezzato e quelle destinate a servizi pubblici, rispettivamente con i valori di 20 e 23 euro a metro quadro.
L’attuale regolamento, approvato nel 2004 e mai modificato, prevede invece la non imponibilità del tributo sulle zone in questione, in quanto definite aree non edificabili dal settore Territorio del Comune dell’Aquila. Ricordiamo che le aree destinate a verde pubblico attrezzato e quelle destinate a servizi pubblici sono zone a vincolo decaduto dal 1984 e quindi prive di normazione. L’amministrazione comunale dovrà pertanto prima rinormale e poi, solo se edificabili, imporre il pagamento del tributo. Non possiamo tornare a vessare i cittadini aquilani, come è successo antecedentemente al 2004, quando erano costretti a pagare il tributo o a inoltrare un ricorso. Le Commissioni Tributarie, sia provinciali che regionali, e la Cassazione negli anni si sono peraltro pronunciate, nella maggioranza dei casi, a favore dei cittadini.
La legge finanziaria 2006 stabilisce che un’area è da considerarsi comunque fabbricabile se è utilizzabile a scopo edificatorio in base allo strumento urbanistico generale, indipendentemente dall’adozione di strumenti attuativi del medesimo. La norma, in vero, non stabilisce però che area edificabile sia da intendersi quella inserita come tale nel Prg, ma solo quella effettivamente utilizzabile a scopo edificatorio. Questo significa che nessun ostacolo sussiste al rilascio della concessione edilizia volta a rendere per l’appunto utilizzabili le aree edificabili.
Riproporre oggi il tributo Ici significherebbe quindi che incidendo, anno dopo anno, sul valore del bene, questo si ridurrebbe progressivamente ed il tributo andrebbe completamente ad esautorare il valore di mercato dell’area medesima. Inoltre, se permanesse l’impossibilità di utilizzare l’area a scopo edificatorio, l’ammontare del tributo pagato negli anni precedenti potrebbe oltrepassare il valore di mercato del terreno. Ciò corrisponderebbe sostanzialmente ad una espropriazione, senza indennizzo alcuno, in violazione della Costituzione.
Dopo aver espresso la nostra contrarietà alla proposta dell’amministrazione nelle sedi istituzionali, abbiamo pertanto depositato un emendamento al regolamento che sopprime la reintroduzione del tributo per le aree in questione, garantendo così a tutti i cittadini una reale equità fiscale”.


19 Marzo 2009

Categoria : Politica
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