Regione, pacchia finita: giù stipendi e poltrone
L’Aquila – Non sarà difficile neppure per i più ingenui e farfuglioni capire perchè i consiglieri regionali, su decisione del presidente della giunta Chiodi, si sono “prolungata” la permenenza all’Emiciclo di sei mesi. Si sarebbe infatti dovuto votare molto prima del prossimo 25 maggio. Non è la devozione al dovere a muovere gli intenti dei politici abruzzesi. E’ più probabilmente (anche se nessuno di loro lo ammeterebbe mai), ma lo stipendio altissimo (12-13.000 euro mensili in media) che l’assemblea regionale abruzzese non ha mai accettato di ridurre davvero, in modo reale e consistente. Quanto a faccia di bronzo, infatti, chi siede all’Emiciclo (di ogni colore o corrente politica, senza eccezioni) non ha rivali.
Semplicemente, si sono rifiutati di tagliare davvero i superstipendi di cui hanno goduto, e che hanno trovato anche il modo di percepire per sei mesi oltre la scadenza della legislatura.
Gli abruzzesi possono stimare persone del genere?
Tutto si capisce meglio dopo aver sentito ieri sera Matteo Renzi in tv da Bruno Vespa.
I consiglieri regionali percepiranno uno stipendio che al massimo potrà essere uguale a quello del sindaco del capoluogo. Cioè intorno ai 4.000 euro netti. Il consiglio regionale abruzzese, aggiungiamo, sarà di 30 persone e non più come oggi di 40.
La pacchia è finita. Volendo credere a Renzi, si capisce. Proviamo ad avere fiducia.
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