Il giudice di pace convince tutti


Il governo che impugna forbici, seghe, cesoie, lamette da barba e ogni altro dispositivo atto a tagliare, ha deciso: il giudice di pace resta. In Italia ce ne sono quasi 300, e rappresentano la sola speranza realizzabile di giustizia veloce. O almeno, relativamente veloce e relativamente poco dispendiosa. Insomma, l’unico vero intervento che sia mai stato attuato in Italia per dare alla gente sentenze, decisioni che non arrivino dopo la morte per vecchiaia di chi si rivolge alla giustizia.
Dunque giudice di pace in sella, e meno male. Tanto più che i comuni si sono offerti numerosi di ospitare a loro spese i locali.
In questo nostro paese più macchiato di un leopardo, più policromo di un arcobaleno, rivolgersi alla giustizia ordinaria significa votarsi ad attese lunghe spesso più del diritto di avere un verdetto, che si misurano in anni e anni. Ci sono cause, e non solo civili, che arrivano ad una decisione anche dopo 30 anni. E in cui, talvolta, bisogna rifare tutto da capo.
Immaginare di dirimere una controversia di poco conto rivolgendosi ad un giudice di pace (bella definizione) e cavarsela con poco tempo e poche spese, è uno dei sogni degli italiani. Pensate un po’: volevano eliminare questo modesto organismo giudizario. Per risparmiare. Dopo aver eliminato, molti anni fa, il pretore presente anche nei piccoli centri. Presi da furore tagliatorio, comunque, tenuti i giudici di pace, ora pensano di eliminare vigili del fuoco e posti di polizia. I carabinieri da tempo li hanno chiusi di notte nei paesini. Lo Stato gambero che marcia indietro, si defila, si vaporizza. Naturalmente per spendere di meno. Se regalasse un fucile ad ogni famiglia perché si faccia giustizia da sé, ed eliminasse polizie, giudici, tribunali, cancellieri, manette, avvocati? Scartoffie e timbri, carte da bollo comprese? Suvvia, un po’ di coraggio: risparmiamo davvero. Chiudiamo l’Italia per un decennio.



11 Marzo 2014

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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