D’Alfonso, una buona scelta, ma adesso L’Aquila deve trovare più spazio e attenzione
L’Aquila – (di G.Col.) – Stefania Pezzopane è stanca, un po’ piegata dalla fatica del suo difficile lavoro (a colpi di emendamenti) al Senato, una specie di battaglia continua, ma anche dagli impegni di partito a L’Aquila, dove torna da Roma appena può. La incontriamo per l’intervistina al caffè Dolce Vita, viale Corrado IV.
Si stanno decidendo le candidature per la Regione, e la senatrice ha idee mirate: “Dobbiamo eleggere, stavolta, un rappresentante aquilano del PD alla Regione. Luciano D’Alfonso candidato presidente ci sta bene, è quello che volevamo e l’ho detto in tempi non sospetti”.
Alla regione dunque un aquilano-aquilano?
“Certo, dobbiamo decidere in queste ore i nomi più opportuni, o meglio un nome forte sul quale fare convergere i voti sufficienti, perchè è troppo tempo che il PD non ha suoi esponenti aquilani all’Emiciclo. E poi puntiamo su Giovanni Lolli vice presidente della Regione, sperando ovviamente in una vittoria di Luciano D’Alfonso”.
Tra i nomi forti possibili?
“Direi Moroni oppure Pietrucci, c’è anche Lucia Pandolfi, ma è nostro dovere compiere scelte meditate, oculate, guardando ai possibili sviluppi”.
E il suo nome, senatrice?
“Io sto benissimo al Senato e lavoro con tutte le mie forze, penso si sia capito quanto è importante una presenza aquilana a Palazzo Madama, e tutti avete visto come spesso l’unica via per risolvere urgenze e bisogni sia l’emendamento. Ne ho fatti parecchi… Comunque, più abruzzesi siamo a Roma e meglio è“.
Quando il Senato non ci sarà più?
“Mah, ci vorrà molto tempo, la procedura non è certo snella e rapida. E poi vedremo… Potrò sempre fare la deputata, se gli aquilani lo vorranno”.
Non pensa alla Regione, almeno per il futuro?
“No, manca davvero tanto tempo; quando sarà , vedremo…”
Senatrice, come la mettiamo con la delega del governo per la ricostruzione dell’Aquila? Perchè non la danno a lei?
“Scegliamo Giovanni Legnini, come PD, come abruzzesi e come aquilani. Spero, mi auguro che, come pare sia deciso nelle alte sfere, tocchi proprio a lui, che è sottosegretario all’economia. La persona giusta, capace, e con le deleghe appropriate. Ora che non c’è più Trigilia, che ci vedeva come fumo negli occhi, il meccanismo dovrebbe funzionare, e la delega a Legnini sarebbe la cosa migliore, la scelta più valida. Io? No, penso di avere tanto lavoro da svolgere al Senato, dove sto e mi trovo bene”.
Corre verso una riunione di partito, poi torna a Roma. La senatrice è forse un po’ provata, ma il suo carattere di ferro non è certo ossidato. Si sa. Stefania non molla. Mai parole di sconforto o cenni di cedimento. Caso mai, un sorriso e una battuta.
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