I socialisti: “Ma il PD che alleanze vuole?” – Il PD e gli accrediti: “Mistificata la realtà”
L’Aquila – Scrive Massimo Carugno, segretario regionale socialista: “Come già detto nel mio intervento di saluto, alla Assemblea Regionale del PD di sabato scorso, sarebbe opportuno che Silvio Paolucci chiarisse quale sarà la strategia delle alleanze del PD Abruzzese. Se infatti il Partito Democratico, anche nella nostra regione, abbandonerà lo “splendido isolamento” derivante dalla vocazione maggioritaria, accettando di costituire un “tavolo del centrosinistra”, non può pensare che i partiti alleati siano convocati in una sorta di chiamata alle armi, alla vigilia dei passaggi elettorali, solo per fare numero e portare voti.
L’Abruzzo è una regione con tanti problemi (aggravati nel post terremoto) che aspetta diverse risposte che solo una proposta politica seria e a più voci può dare in maniera compiuta e soddisfacente.
Pertanto va costituito in tempi stretti un tavolo di confronto tra tutte le forze esistenti nel centrosinistra nel quale, di comune accordo e attraverso un confronto politico, vengano sviluppate tematiche, progetti e programmi politici.
Un diverso atteggiamento da parte del PD potrebbe significare la prosecuzione del “andiamo da soli“ con ogni possibile conseguenza in ordine all’atteggiamento del P.S.I., anche in relazione delle prossime elezioni provinciali dell’Aquila.
Il P.S.I. in Abruzzo si sta riorganizzando e ritiene di dare al centrosinistra un valido contributo sia in termini di proposta politica che i termini di apporto elettorale”.
IL PD SULLA LEGGE CASE CURA – “Ieri è stata mistificata la realtà, ingannati i dipendenti di Villa Pini e tutti gli abruzzesi”. Un coro unanime quello sollevato stamane dal Pd in Consiglio regionale in relazione alla votazione delle modifiche alla L.R. 31 luglio del 2007 sugli accreditamenti . “La Legge approvata dalla destra – dice il capogruppo del PD Camillo D’Alessandro – non blocca nessuna convenzione con i privati che non sono in regola con i pagamenti retributivi e contributivi dei propri dipendenti, anzi premia chi finora non ha pagato stipendi e contributi. Con questa norma qualunque clinica privata potrà evitate il pagamento degli stipendi con l’unica conseguenza di rischiare di avere al massimo una sospensione di altri sei mesi, non la revoca dell’accreditamento, cosa prevista invece dalla nostra legge sull’accreditamento”
“Che cosa accade – si domanda D’Alessandro – ai dipendenti durante la sospensione? Se non sono pagati oggi, figuriamoci durante il periodo di sospensione. Chi se ne occupa di loro. Hanno bocciato tutti i nostri emendamenti che stabilivano meccanismi di garanzia a favore del personale, nulla di demagogico ed irrealizzabile, bensì il principio giuridico secondo il quale i dipendenti seguono le prestazione e non le vicende delle proprietà. Insomma se le prestazioni saranno revocate e attribuite ad un altro privato si stabiliva l’obbligo, per quelle prestazioni, nei limiti di legge, ad assumere il personale proveniente dalla clinica oggetto di revoca”
“Dunque la legge approvata- conclude d’Alessandro – non garantisce i lavoratori, non stabilisce meccanismi di garanzia per pazienti e personale allora a chi serve ? perché hanno cambiato una norma che avrebbero dovuto applicare ed omissivamente non hanno fatto, cioè la diffida e, quindi, la revoca ? Chi si sta favorendo ?”
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