Ricostruzione, si ricomincia con energia
L’Aquila – (di G.Col.) – Tra i volti delle persone che, in politica, avrebbero rappresentato una sorta di ciambella di salvataggio per il cratere e per L’Aquila (sempre annaspante e annegante), inserimmo un paio di settimane fa – concedendoci il lusso di una previsione, sport che non amiamo praticare se non rarissimamente – quello di Graziano Del Rio, sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri con Renzi. Nonché stimato ex sindaco di Reggio Emilia, e ministro con Letta.
Previsione azzeccata, perché è nei fatti che a lui farà capo il problema della ricostruzione, pur sperando che a Giovanni Legnini, sottosegretario anche lui, abruzzese, sia affidata una sorta di curatela speciale del problema. Cosa che in tanti auspicano e forse anche sperano.
Sta di fatto che a Del Rio si rivolgerà , nei prossimi giorni, il sindaco Massimo Cialente, che ha ricominciato con energia a sperare che le cose vadano meglio. In città e nei dintorni, è vero, i cantieri non si contano, e se ne cominciano a vedere (con molte demolizioni) anche nella zona rossa. Il piccone lavora nel cuore straziato della città che compie cinque anni di macerie e distruzione il 6 aprile prossimo. Cialente andrà a Roma, sperando di incontrare anche un altro paio di ministri, perché ha in animo di avviare anche la rinascita del Gran Sasso, che pare finalmente giunta a maturazione. Insediamenti, impianti, strutture, interventi: se n’è parlato nei giorni scorsi. Tanta carne a cuocere, ma è il modo nuovo di gestire la montagna aquilana che bisogna inventarsi. Edificare cattedrali nel deserto, senza sapere poi bene cosa farne, è stato per anni uno sport deleterio di questa nostra regione e in particolare della città dell’Aquila. Magari, stavolta, aprirsi ad altri potrà essere la svolta. L’autarchia non ha portato che disastri.
Cialente è convinto che sia tempo di cambiare. Sta percorrendo le strade giuste per arrivare ad un risultato. Ovviamente, passano per Roma.
Il sindaco ha mostrato in tv anche una inattesa soddisfazione per come sta procedendo la ricostruzione, per la realizzazione delle schede parametriche che a suo giudizio facilitano il lavoro, e per il forte risparmio che – a suo dire – è stato realizzato nell’impiego delle risorse. Si parla di molti soldi rimasti nei forzieri.
Il sorriso si esaurisce qui. Tutto il resto è ancora problematico. A cominciare dalla famosa benzina da versare nel serbatoio dell’auto (similitudine cialentiana), cioè i soldi per continuare la ricostruzione, che devono essere garantiti in una certa quota (si parla di un miliardo, ma forse, visti i risparmi, anche meno) a partire da aprile. Avuti i soldi, ancora più importante è costruire e far girare un meccanismo ben oliato per avere le risorse ogni anno, prevedibili e sicure. Quanti anni? Bella domanda. Forse più dei cinque ai quali ha pensato il Ministro Franceschini, gironzolando per il centro, giorni fa.
Chiudendola qui, si può semplificare come in un’espressione matematica di termine in termine, prima del risultato. Soldi sicuri, procedure snelle, garanzie e verifiche continue. Viene in mente l’uguaglianza più scarna e nota del mondo, quella di Einstein. “E” (cioè i soldi, l’energia) uguale a mc2, materia per velocità della luce al quadrato. Cioè la solida materia della ricostruzione, veloce non come “c“, sicuramente, ma comunque molto, molto veloce. Semplice, no?
A Cialente occorrerà – a proposito – tanta… energia per uscirne. La macchina per la quale reclama benzina consuma davvero molto.
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