Arcigay: “Snobbati per l’8 marzo”
L’Aquila – Scrive l’Arcigay Massimo Consoli dell’Aquila: “E’ triste constatare come nonostante l’impegno che assieme agli altri attivisti dimostrano sul suolo aquilano da un decennio a questa parte nell’ambito dei diritti civili, persista una sorta di “serialità” ogni volta che l’Amministrazione o chi per lei, arrivano ad organizzare eventi che comunque trattano i temi dell’emarginazione sociale ovvero dell’associazionismo in modo tale da doverci per forza di cose riguardare.
Nel caso concreto ci riferiamo all’avviso sulla bacheca del Comune datato 17 Febbraio che chiedeva l’adesione a qualsiasi associazione volesse intervenire agli eventi previsti per la Giornata della Donna. Un invito fulmineo, rimasto valido per soli cinque giorni. E’ imbarazzante pensare che Arcigay, l’unica associazione nazionale per i diritti presente in città ed in provincia, non sia stato contattato da nessuno (così come avvenuto già altre volte), nonostante gli appelli spesi dal sottoscritto per dare sostegno ad un’iniziativa che orbitasse attorno all’8 Marzo ed al suo profondo significato. Ancor più imbarazzante è pensare che siano pervenuti in risposta a tali appelli inviti da organizzazioni di Teramo, Chieti ed in particolare della Marsica affinché noi prendessimo parte ai loro eventi. Da L’Aquila solo il silenzio più totale.
Molte associazioni locali possono vantare un filo diretto con il Comune, mentre Arcigay L’Aquila resta sistematicamente inconsiderato. Eppure volessimo elencare i nostri meriti concreti sempre disconosciuti da questa città (ma puntualmente “raccolti” all’esterno) la lista sarebbe piuttosto lunga: dalla riscoperta della tomba monumentale di Ulrichs da parte di M.Consoli, ai primi matrimoni gay simbolici celebrati al Castello, all’allarme prima del sisma ed ai successivi aiuti umanitari nelle tendopoli, al Registro delle Unioni Civili, frutto (e questo ci preme dirlo) di una formale richiesta d’impegno ai partiti e alle liste civiche durante la campagna elettorale per le elezioni amministrative del 2012: un punto che realisticamente nessuno avrebbe fissato in un programma elettorale se solo non fosse stato L’Arcigay a farne pubblicamente richiesta.
Ribadiamo che Arcigay è un’associazione di promozione sociale sparsa su tutto il territorio italiano, ma mentre in alcuni Comuni questa rappresenta un interlocutore “privilegiato” nonché un vanto, a L’Aquila sembra si voglia far finta che non esista, quasi sia un ammasso di ectoplasmi a metterci ogni volta la faccia e quasi ci sia l’imbarazzo della scelta nel voler conteggiare le associazioni LGBT presenti.
Voglio augurarmi che in futuro il Comune e le altre associazioni vorranno sposare le nostre battaglie così come noi facciamo con le loro e che questo atteggiamento fortemente “snobistico” e “provinciale” termini a partire da ora, perché se si combatte per la civiltà, non ci si può permettere di inciampare sull’ ”abc” della civiltà stessa”.
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