Caccia? Fatela finita
E’ arduo spiegare a qualcuno di fuori che l’Abruzzo aspira a farsi chiamare (non ci riesce, però, viste le numerose discariche tossiche…) “regione verde d’Europa“, o anche “regione dei parchi”, ma qualcuno nei palazzi regionali medita di aprire la caccia a cervi e caprioli. Sarebbe più utile aprire la caccia – con armi caricate a liquidi coloranti – ai politici inetti, a quelli sotto inchiesta, a quelli delle gite spendaccione, o a quelli che ci stanno facendo semplicemente colare a picco economicamente. Uno prende la mira e spara acqua, poniamo color fucsia, contro il suo bersaglio. Così rimane macchiato e alle elezioni nessuno gli fa la crocetta sul nome nella scheda di voto.
E’ vero che ci sono cervi e caprioli, capita persino di incontrarne gironzolando per le montagne. Si è fatto tanto per reimmetterli, dopo che la caccia per decenni li aveva sterminati.
Ora che sono tornati, vogliono di nuovo sparare per abbatterli. Dite voi se esiste un proposito più demenziale e irrazionale.
O vogliamo fare come con gli orsi e i lupi, cioè spendere patrimoni, pagare stipendi, sbrodolarci anni e anni in vacue chiacchiere animaliste, e assistere comunque alla distruzione di orsi e lupi uno dopo l’altro?
La politica ha mille cose da pensare, quando decide di sforzarsi a farlo, spesso con defedante fatica, perché non è che molti politici brillino nell’intelletto. Tendono più al grezzo, all’ignoranza, agli appetiti diciamo carnali nei confronti del lucro e dell’arricchimento. Se proprio decide di produrre qualche risultato, ne pensi un’altra: ammazzare e lasciar ammazzare cervi e caprioli è una scelta davvero cretina e autolesionista. Chi volete che voti uno che consente di spianare il fucile contro un capriolo?
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