Edimo, 156 in cassa integrazione


L’Aquila – LA CRISI PEGGIORA, MA IL GRUPPO SPERA IN UNA RIPRESA NEI PROSSIMI MESI – Un gigante internazionale del sistema produttivo aquilano, Edimo, scricchiola ed è costretto ad adottare provvedimenti inimmaginabili solo un paio di anni fa. La prova che la crisi sta affondando il bisturi come mai era accaduto prima, negli ultimi venti anni. Alla luce del perdurare della crisi economica, il Gruppo Edimo dell’Aquila ha richiesto ancora la cassa integrazione guadagni per 156 suoi dipendenti. Le aziende coinvolte sono la Edimo Holding, la Edimo Spa, la Edimo Prefabbricati e la Taddei Spa. Specializzato nelle grandi realizzazioni industriali, il Gruppo attualmente dà lavoro a circa 700 persone tra dipendenti diretti e indotto.
Per 132 lavoratori della Edimo Spa e della Edimo Prefabbricati, si tratta di un passaggio dalla cassa ordinaria, già accordata nel 2013 e che scadeva a marzo, a quella straordinaria. “Dopo l’apertura della cassa integrazione di un anno fa, si prevedeva che il ‘sistema Italia’, caratterizzato tra l’altro da mancati pagamenti sia da parte di enti pubblici che privati, costo del lavoro troppo alto e ritardi nell’avvio di importanti commesse, rimanesse almeno ai livelli del 2012 o che magari facesse registrare una piccola ripresa – spiega il patron del Gruppo, Carlo Taddei – pertanto eravamo moderatamente fiduciosi di poter riassorbire una parte del personale in cassa”.
“Purtroppo – prosegue – ci troviamo a constatare che la crisi del sistema Paese è perfino peggiorata. Inoltre, ci aspettavamo un ritmo più spedito nella ricostruzione post-sisma: tutta questa situazione ci ha costretto ad accelerare e ad attuare misure di contenimento dei costi con lo scopo di salvaguardare il futuro dell’azienda, dimensionando la nostra organizzazione agli attuali volumi di lavoro e così ci vediamo costretti a ricorrere ancora alla cassa integrazione”.
L’imprenditore aquilano confida però sul fatto che, “per fine anno o per l’inizio del 2015, insieme a una ripresa economica, prevista peraltro per il secondo semestre 2014, si possa reintegrare un gruppo di dipendenti”.
“Anche se con dolore, sottolineiamo che si tratta di scelte obbligate per salvaguardare un’azienda che al momento può contare su un importante portafoglio lavori, caratterizzato da commesse di un certo rilievo già acquisite, di cui il 40 per cento all’Aquila, il resto su territorio nazionale e internazionale, che oggi sono ferme ma che sono in procinto di essere sbloccate e attivate”, continua Taddei. Domani, martedì 4 marzo, alle 11.30 si svolgerà un incontro presso la Provincia dell’Aquila per la definizione della cassa con rappresentanti del Gruppo, delle sigle sindacali e di Confindustria, oltre a funzionari della stessa amministrazione.


03 Marzo 2014

Categoria : Cronaca
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