Bigazzi, Di Venanzo l’aveva già premiato
Teramo – L’OSCAR A SORRENTINO FA ESULTARE I CINEFILI ABRUZZESI – Il Premio Di Venanzo esulta per l’Oscar al film La grande bellezza del regista Paolo Sorrentino, di cui è fra l’altro aiuto regista il giovane Fabrizio Provinciali, originario di Pianella. “Con l’Oscar viene premiato non solo il genio creativo di Paolo Sorrentino e l’eccezionale lavoro degli attori, su cui spicca la prova magistrale di Toni Servillo, ma anche la maestria e la sensibilità artistica di Luca Bigazzi che è stato l’autore della fotografia cinematografica de La grande bellezza, quello che ha saputo dare una forza eccezionale alle immagini grazie a virtuosismi visivi e alle luci che esaltano la bellezza di Roma.
Il Premio Di Venanzo, la cui 18^ edizione si è svolta a Teramo lo scorso ottobre, aveva visto giusto: la giuria del Premio aveva infatti assegnato a Luca Bigazzi l’Esposimetro d’Oro per l’Autore della Fotografia Cinematografica Italiana per il film di Sorrentino. Bigazzi, il 26 ottobre dello scorso anno, ha preso parte a Teramo alla cerimonia di premiazione ritirando il riconoscimento del Di Venanzo.
“Ancora una volta – ha dichiarato un entusiasta Piero Chiarini, presidente dell’associazione culturale Teramo Nostra che organizza la manifestazione teramana – il lavoro della giuria del Premio Di Venanzo viene esaltato da un riconoscimento di eccezionale importanza del mondo cinematografico. Mi piace pensare che il nostro Esposimetro d’Oro, consegnato a Luca Bigazzi nella nostra città oltre quattro mesi fa, abbia portato un po’ di fortuna al suo eccezionale lavoro e al film che ha realizzato insieme a Sorrentino”.
Riportiamo la motivazione della Giuria del Premio Di Venanzo, letta lo scorso 26 ottobre sul palco del cineteatro Comunale, nel consegnare a Bigazzi l’Esposimetro d’Oro per la Fotografia Cinematografica Italiana: “Per aver sostenuto con il suo stile e il suo senso dell’equilibrio l’incessante balletto della camera di Paolo Sorrentino nel film “La grande bellezza”; e per aver magistralmente interpretato attraverso la luce la malinconia dell’immagine della città di Roma”.
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