Goffredo, sempre la valigia pronta


L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – ‘L’Italia dei sogni, fatti e singolarità del bel Paese’ sono titolo e sottotitolo dell’ultimo libro di Goffredo Palmerini (One Group edizioni, prefazione di Errico Centofanti e presentazione di Salvatore Bizzarro). La valigia di Goffredo è sempre ben preparata per schizzare con lui nei luoghi del mondo dove vivono abruzzesi, e italiani, alla ricerca di umanità, cultura, immagini, tradizioni, ricordi, legami con la sua città, L’Aquila, e con la sua regione, l’Abruzzo.
Personalmente, Palmerini è l’uomo più cortese e gradevole che si possa immaginare, con il quale si può parlare di tutto. Quando si siede di fronte al computer, vola alto, anzi spazia, quasi come dai 10.000 metri di un jet di linea diretto verso gli antipodi. Il mondo, per lui, è ovunque casa sua. Fatto di gente reale, che vive e opera tra l’Australia e la Terra del Fuoco, e porta spesso nel cuore la terra nativa.
Il libro più recente è un accurato diario (lo vediamo così, ma è anche altro) che snocciola fatti, momenti, iniziative, eventi, circostanze. Una sorta di multiforme e policromo appunto, ma anche un romanzo, pieno di curiosità, episodi e personaggi. Palmerini annota i fatti, e li riassume in brevi flashes, sicchè nella lettura si trova di tutto e davvero una quantità infinita di argomenti. Tutti scritti e descritti con garbo, misura, partecipi descrizioni di luoghi.
L’attività letteraria di Palmerini ne ha fatto un personaggio che oggi rappresenta il più vero e concreto legame tra l’Abruzzo e il mondo. Un operatore dell’abruzzesità, ma non solo, che spazia spinto da curiosità, amicizia e condivisione. Se per motivi giornalistici ti occorre un elenco o un indirizzario di club, associazioni, persone sparse per il globo, l’unico a potertelo fornire (sempre con gentilezza e disponbilità eccezionali) è Goffredo. Lui sa tutto, conosce tutti, è in contatto con tutti, e intanto scrive, annota, e riporta poi nei suoi libri.
Se vivessimo in un altro posto, anziché in Abruzzo, dove essere qualcuno svincolato dai tentacoli politici è una colpa, lo avrebbero nominato quanto meno assessore agli emigrati o qualcosa di genere, sovrintendente all’abruzzesità, miglior ambasciatore della nostra regione nelle sue innumerevoli ramificazioni nel mondo, se è vero, come è vero, che sono molto più numerosi (e spesso affermatissimi) gli abruzzesi nel mondo, che quelli in Abruzzo. E dire che la Regione per decenni non si è curata minimamente dei suoi conterranei radicati nei cinque continenti.
L’ultimo libro – questa ‘Italia dei sogni’ – è solo un capitolo, gli altri verranno negli anni futuri. Goffredo sta già prendendo spunti e appunti per continuare il suo racconto, raccogliere foto e immagini (stupende quelle di Giovanni Paolo II nel brano sul santuario di San Pietro della Jenca), ricordarci ciò che accade e che troppo spesso dimentichiamo, per passare appresso, con una grande fretta che davvero non sappiamo dove ci porterà.


02 Marzo 2014

Categoria : Cultura
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