Prima Chiodi…basso, ora D’Alfonso
Pescara – A VOLTE RITORNANO – (di Stefano Leone) – La voce era corsa già dalle primissime ore della mattina di oggi, 26 febbraio. Oggi era davvero difficile reperire una copia de Il Fatto Quotidiano. Una delle edicolanti di Pescara, con l’espressione ammiccante del viso, come solo una donna sa fare, nel dire che non ci sono più copie ad un cliente, dice: “Eh si, oggi c’è stata una (pausa e sorriso) notevole richiesta”.
I soliti maligni hanno fatto circolare la voce che le truppe dei pretoriani avevano acquistato copie a iosa nelle edicole cittadine per far sparire traccia del giornale. Morale della favola, la pagina “7” del Fatto Quotidiano di oggi, 26 febbraio, ha riscosso la stessa notorietà della stanza “114”. Evidentemente è un fatto di numeri.
Il quotidiano ha dedicato un’intera pagina, nella quale viene ricostruito il percorso giudiziario, ancora aperto, di Luciano D’Alfonso candidato. Dato per favorito alle primarie del centrosinistra, per la corsa alla presidenza regionale, ma ancora sotto la spada di Damocle della giustizia a causa del ricorso in appello del Pm Gennaro Varone, dopo l’assoluzione incassata da D’Alfonso in primo grado. La vicenda, per dire il vero, è ormai nota in tutte le sue sfaccettature.
Il quotidiano romano è tornato sulla vicenda, che come detto è ormai datata nel tempo, uscendo in edicola esattamente il giorno dopo la pubblicazione della classifica, fatta da Datamedia, sulla percentuale di gradimento dei Governatori regionali. La classifica, ha visto Gianni Chiodi, probabilissimo competitor di D’Alfonso, all’ultimo posto con un non brillantissimo 43.2%. Oggi la risposta con l’intera pagina del Fatto, dedicata a D’Alfonso. Più di un osservatore ha visto, dietro questa mossa, lo zampino dei pentastellati di Grillo che, come noto, all’interno del quotidiano romano, annoverano diverse autorevoli firme. Tempo di elezioni signori.
(Ndd) – Raccontare ciò che accade è il nostro vangelo, e lo facciamo, come vedete, per chi non ha trovato in edicola Il Fatto Quotidiano, rapidamente fatto sparire da zelanti acquirenti sguinzagliati prima che il Sole fosse alto. Ma una riflessioncella consentitecela. Sparare ad alzo zero contro i candidati poco prima delle elezioni è un metodo molto amato negli USA, dove la campagna elettorale somiglia molto ad una macelleria.
Evidentemente, abbiamo imparato a farlo anche nel nostro paese. Imitiamo sempre gli USA, che volete… dalla Coca Cola in giù.
Uno si chiede, però, se imitarli significa sempre cogliere il peggio, e mai il meglio di quel Paese. Non imitiamo il senso dello Stato, le università prestigiose, l’efficienza di certi apparati, la meritocrazia pura, la efficace lotta all’evasione fiscale, il rispetto dei cervelli capaci, l’amore per la verità (chi mente viene demolito, ne sa qualcosa l’ex presidente Clinton…), l’americanità orgogliosa e altre cose. Noi siamo così: dediti al peggio per vocazione.
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