Lottano per compensi da fame
800 persone, maggioranza donne e madri di famiglia, lottano per mantenere il lavoro di pulizia delle scuole abruzzesi. Oggi la senatrice Pezzopane ha tentato di salvare il loro lavoro, ottenendo almeno una proroga delle esternalizzazioni che dovrebbero portare i loro stipendi dal livello di prima (fame) a livello ancora più basso (fame, sete e disperazione). Apprezzabile l’intervento della senatrice aquilana che non dorme sui problemi, né è solita defilarsi fingendo distrazione e impegni inderogabili. Altri politici sono sempre altrove, presi da altre urgenze, distanti dal reale. E’ la colpa più grave della politica italiana: ignorare i problemi quotidiani delle persone. Ricordando che i nostri sono i politici più pagati d’Europa.
Speriamo che il tentativo della Pezzopane dia buon esito. Cos’altro dire?
La luce che si accende su questi 800 lavoratori tra i più umili della nostra ex opulenta società dell’inutile e dello spreco è livida. Gente che guadagnava 6-700 euro al mese, e che oggi, se sarà riassunta dalle imprese esterne, ne percepirà la metà . Chi sa quando chi sa anche se… Amarissimo, infatti, è che dovranno anche lottare per essere riassunti. Impugnare una scopa per spazzare le scuole sarà peggio che indossare un cilicio. Ma c’è anche il rischio che le scuole restino sporche o che debbano essere chiuse in attesa di tempi migliori. Lorda, vergognosa macelleria sociale.
Se erano risultati del genere che con spending review e tagli certi governanti volevano raggiungere, ci sono riusciti. Spazzando via, però, anche la dignità di questo paese per decenni ai vertici ladro, evasore, spendaccione, incongruo e ingiusto, oggi semplicemente straccione fino nel midollo.
Non dimenticheremo le parole di una ragazza laureata in biologia che viveva spazzando scale e pulendo vetri di palazzi. “Quanto ti danno?” le chiedemmo alcuni anni fa. “350 euro al mese”. Al nostro imbarazzato silenzio, aggiunse: “Mi servono, ci vivo, per me non c’è altro”.
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