Blitz squadristici, disoccupazione e macerie
L’Aquila – (di Carlo Di Stanislao) – Blitz all’alba del 10 novembre nella sede occupata dell’ex Eutelia, nel quartiere Tiburtino a Roma, dove una quindicina di vigilantes, guidati dall’ex amministratore delegato, Samuele Landi (macho-man dedico al parapendio e al paracadutismo), hanno forzato l’ingresso dello stabilimento, cercando di sgomberare un gruppo di lavoratori che occupa da tempo la fabbrica, per protestare contro i licenziamenti. Gli occupanti hanno fatto appena in tempo a chiamare la polizia che è intervenuta riuscendo a evitare il peggio. Molti di loro sono ingegneri, tecnici superspecializzati che si occupano da anni di telecomunicazioni ed informatica, rimbalzati per acquisizioni e fusioni successive tra aziende di cui ormai hanno perso, dicono, il conto: Noicom, Bull, Getronics, poi Eutelia ed infine Agile. Dopo tale aggressione di marca squadrista, la Fiom ha proclamato uno sciopero di tutto il gruppo Omega, che si svolgerà domani 17 novembre a Roma. L’Azienda non paga gli stipendi da circa tre mesi e sta perdendo progressivamente le commesse per la mancanza della documentazione necessaria. Per questo i lavoratori, da piu’ di 20 giorni, stanno occupando le sedi di Eutelia Agile, da cui dipendono circa 2mila addetti. La Fiom aveva presentato nei giorni scorsi, alla Procura della Repubblica di Milano, un esposto, denunciando un comportamento sospetto da parte di Eutelia. La Fiom, qualora l’attuale situazione si protraesse ancora, chiederà il commissariamento dell’azienda utilizzando gli strumenti messi a disposizione dalla legge Marzano. Di fatto, di là dalle dichiarazioni di ripresa del Governo, l’Italia è in uno stato di profondissima crisi, con ben 39 fabbriche occupate negli ultimi 18 mesi. Così, sabato scorso, la Cgil è tornata in piazza a Roma per protestare contro le politiche del governo e chiedere interventi contro la crisi e in difesa dell’occupazione. “Chiediamo che il governo cambi registro per affrontare i nodi della crisi” ha affermato il leader della Cgil, Guglielmo Epifani. “Questa e’ una manifestazione che vuole chiedere al governo cose precise perche’ gli effetti piu’ negativi della crisi arriveranno nelle prossime settimane e investiranno l’occupazione”. La decisione di scendere in piazza non è piaciuta al ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che accusa Epifani di fare un’opposizione “a prescindere”. ”Mi pare che, in generale, per Epifani si possa dire che le nostre proposte non le ha lette e non gli sono piaciute”. Intanto Epifani lancia anche un appello a Bonanni e Angeletti per giocare insieme a loro la partita sul fisco. Rosy Bindi, a Milano per l’assemblea regionale Pd, ha espresso la propria adesione alla manifestazione nazionale della Cgil. “Il lavoro e’ un’emergenza nazionale e una questione centrale nella agenda del Pd. La crisi e’ ancora molto pesante- ha affermato la presidente dell’Assemblea nazionale del Pd- il governo non puo’ continuare a minimizzare gli effetti drammatici, sociali e occupazionali che si scaricano su milioni di famiglie italiane”. Come ha scritto Massimo Giannini su Repubblica il 6 giugno scorso, “nell’archetipo berlusconiano, il principio della realtà immaginata è il cuore della politica”. La propaganda non lascia spazio alla verità e alla responsabilità. Neanche su una frontiera dolorosa, come la vita agra dei disoccupati e dei precari. In sostanza nell’irrealtà berlusconiana tutti sono “potenzialmente” coperti, mentre nella realtà italiana molti sono “concretamente” scoperti e lo sappiamo (o dovremmo saperlo) noi aquilani, sistemati secondo i mass media ed in invece, nei fatti, ancora in mezzo ad un mare di guai. Il Cavaliere anche nel caso L’Aquila, ha sviluppato da maestro il binomio “irresponsabilità delle parole” secondo Max Weber e “inverificabilità degli eventi”, secondo Karl Popper. Ciò che ci amareggia e che nessuno (o solo pochi), nel caso dello stato reale in Italia e da noi, solleva qualche obiezione per fargli notare l’inconsistenza dei suoi seducenti “annunci” e l’incongruenza delle sue sedicenti “verità”. Ma fose ha ragione montale: l’uomo in generale non hama essere libero né essere a conoscenza di scomode verità. Quindi meglio una verità fittizia, ma credibilmente costruita. Ma non è solo Berlusconi a creare seducenti bugie. In questi giorni disgraziati per la nostra Repubblica e per la nostra città, illuminati dalla forza degli appelli contro le sciagurate leggi per salvare Berlusconi e dai centomila che sono scesi in piazza sabato saldando lavoro e democrazia, sono stati i guitti, i giornalisti della corte berlusconiana a giocarsela alla grande, a spargere veleno e bugie, raccontando bugie sul lavoro dei magistrati, novelli fannulloni per usare la terminologia breve del ministro Brunetta, pensate non fanno processi al pomeriggio, lavorano solo quattro ore al giorno quando ve bene. Si inventano cancellieri che non ci sono, i giudici diventano semplici impiegati dello stato che devono solo obbedir tacendo; ignorando faziosamente la divisione dei poteri dello stato di diritto nella teoria classica di Montesquieu. E non si fermano qui i guitti stipendiati e fantasiosi, ma giungono spudoratamente ad elogiare perfino la Finanziaria approvata dal Senato, con il governo che è andato sotto più volte e la stessa maggioranza divisa. Ma anche adesso e nonostante tutto, mentre circolano voci circa i soldi solo virtuali che paralizzano l’Aquila per la ricostruzione e mentre nessuno commenta o cerca di capire il senso delle dimissioni di Bertosaloso, i 2/3 degli aquilani è ancora dalla parte del virtuale (e potremmo dire “virtuoso”), Berlusconi, con tentativi, per ora sottotraccia, di comitati cittadini in favore della sua prossima designazione al Nobel (forse quello della “fantasia creativa”). Spero che sia rimosta negli aquilani (o almeno in alcuni), una coscienza civile ed una capacità di giudizio e, ancora, una capacità dei partiti e dei politici locali di uscire dai fortini sbrecciati e dalle casermette del silenzio colpevole e si torni, tutti a sieme, a fare politica, secondo i principi canonici della Verità e di Demos e Kratos, avviliti dietro tante falsità e bugie.
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