La finta primavera non porta che guai


L’Aquila – NON BASTAVA LA CRISI, CI SI METTE PURE LA NATURA – (Foto viniesapori.net) – La finta primavera (ieri in Abruzzo temperature oltre i 20 gradi lungo la costa e già qualche nevrotico che bazzica la spiaggia) non porta che guai. Ben dovrebbero saperlo tutti, semplicemente perché gli eccessi, di qualunque tipo, non sono mai benèfici. I pochi cretini che sono felici di poter esibire in maglietta e pantaloncini sono, appunto, dei cretini.
Non bastava la crisi economica che morde adesso più che mai: ci si mette anche la natura, come ringraziamento per i guasti ambientali causati dall’uomo, almeno in una certa misura. I guai della finta primavera (che riguarda mezza Italia, mentre l’altra mezza è in inverno e l’Europa va in pezzi per il maltempo) sono almeno di due tipi. Quelli al turismo invernale, e quelli all’agricoltura.
IL TURISMO BIANCO – Non solo mancate precipitazioni nevose, anche temperature elevate ad alta quota. Le stazioni turistiche, dopo una stagione certo non lussureggiante, si accingono a chiudere. Qualcuna dice di poter sopravvivere, ma certo ancora per poco se non torna un po’ di inverno. Quando a dicembre non nevica, almeno il freddo consente l’innevamento artificiale, dove esistono degli impianti. Le primavere finte non consentono niente: solo il fallimento del turismo. Quindi c’è poco da rallegrarsi, e per aggiunta, arriveranno anche problemi per le riserve idriche.
AGRICOLTURA – Lasciamo parlare la Coldiretti nazionali, la quale si è accorta… con due settimane di ritardo che gli alberi sono in fiore. E adesso teme le gelate, sempre possibili, che potrebbero distruggere le fioriture anticipate. Ecco cosa dice: “I picchi giornalieri delle temperature stanno facendo partire il processo di fioritura che un inverno troppo mite non e’ stato capace sinora di ritardare, tanto che i mandorli, gli albicocchi e alcune varieta’ di peschi sono gia’ molto avanti rispetto al normale. E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti sugli effetti delle alte temperature di questa “finta primavera” che mette a rischio la produzione nazionale di frutta e verdura. Le temperature minime hanno fatto registrare – sottolinea Coldiretti – una anomalia su valori superiori di 3,8 gradi alla media di riferimento nella prima decade di febbraio che hanno mandato in tilt le coltivazioni che si stanno predisponendo alla ripresa vegetativa.
L’andamento climatico puo’ avere l’effetto – segnala la Coldiretti – d’ingannare le coltivazioni favorendo un “risveglio” che le rende particolarmente vulnerabili all’eventuale prossimo arrivo del gelo con danni incalcolabili, a partire dagli alberi da frutto. Se prima della fine dell’inverno – conclude la Coldiretti – ci sara’ un brusco abbassamento della colonnina di mercurio al sotto dello zero sara’ inevitabile una moria di gemme con i raccolti compromessi”.


18 Febbraio 2014

Categoria : Cronaca
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