Cibo sano e qualità ambiente contro obesità infantile, conferma da studio inglese
(a cura di Flavio Colacito – psicopedagogista). L’attenzione verso la qualità dell’alimentazione continua a tenere banco presso la comunità scientifica e tutti gli operatori sociali, visto che la spesa per il buon cibo ha avuto un’evidente contrazione, complice la crisi economica e il conseguente proliferare degli stili di vita sbagliati. Un’ ultima notizia, a complemento di quanto detto, ci dice che i bambini che risiedono in aree metropolitane dove abbondano i fast food avrebbero un rischio maggiore che li esporrebbe al pericolo del sovrappeso e, nei casi peggiori, dell’obestà . Ciò si evince da una nuova ricerca effettuata nel Regno Unito dalla University of East Anglia (Uea) e dal Centre for Diet and Activity Research (Cedar) che ha condotto a dei risultati resi pubblici sulla rivista Health and Place. In base ad essa è stato preso sotto esame il peso di oltre un milione di bambini, ciascuno registrato presso il National Child Measurement Programme, comparandolo con la disponibilità di cibo considerato poco salutare presso le loro abitazioni, dimostrando così il legame tra l’obesità e la vicinanza a fast food e luoghi dove si consumano cibi ad alto contenuto di grassi . Particolarmente a rischio, secondo gli esperti, apparirebbero i bambini più grandi d’età . “Abbiamo osservato che se in un quartiere ci sono più negozi di alimenti poco sani, maggiore è il numero di bambini sovrappeso e obesi. I risultati sono più evidenti per i ragazzi delle scuole medie che hanno più potere d’acquisto e di scelta sul cibo”, illustra Andy Jones della Norwich Medical School dell’Uea. Tuttavia la situazione, tiene a precisare l’esperto, si ribalterebbe del tutto nel momento in cui si prendono come esempio i quartieri dove sono diffusi negozi e punti di ristoro che vendono cibo migliore sotto il profilo nutritivo e salutare.Questi aspetti evidenziano temi importanti legati alla salute dei ragazzi, come giustamente fanno notare i ricercatori, in quanto fra i bambini del Regno Unito, come del resto avviene in altri Paesi industrializzati, “c’è una epidemia di obesità ” la quale “può portare a diabete infantile, bassa autostima e problemi ortopedici e cardiovascolari”. Come se non bastasse quanto detto, circa il 70% dei bimbi e adolescenti obesi, a detta degli studiosi, si avvierebbe ad avere problemi di peso anche nella successiva fase della vita adulta.”Sappiamo che il ‘fast food’ è più diffuso nelle aree depresse del Regno Unito e che i bambini in sovrappeso sono più presenti in popolazioni socialmente ed economicamente svantaggiate – fa notare il coautore Andreea Cetateanu – ma ancora non era stata mostrata su scala nazionale un’associazione tra il peso dei più piccoli e la disponibilità di cibo spazzatura nelle vicinanze di casa”, per cui gli esperti conducendo le ricerche vorrebbero utilizzare questi dati per indirizzare le decisioni di pianificazione territoriale verso un modello preventivo, sensibilizzando l’opinione pubblica circa i rischi legati alle alte concentrazioni di fast food e rivendite di cibo non sano, puntando alla realizzazione di luoghi in grado di invogliare all’attività fisica parallelamente ad una dieta più consona alla salute personale
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