COISP, un pensiero alle violentate
L’Aquila – Scrive Santino Li Calzi, Coisp: “Nella giornata dedicata all’amore, il COISP – sindacato indipendente di Polizia – ha rivolto un pensiero a tutte le donne oggetto di violenza. Mentre in tutto mondo migliaia di persone partecipavano alla mobilitazione denominata “ONE BILLION RISING” a cui ha aderito anche Amnesty International Italia anche il COISP aquilano ha voluto dare il proprio piccolo contributo, vogliamo ricordare – riferisce Santino Li Calzi – tutte le donne vittime di violenza deponendo, come lo scorso anno, una mazzo di fiori nel luogo dove è stata barbaramente uccisa la giovane 35enne Orjeta Boshti ed il proprio compagno, per mano dell’ex marito, rinnovando nel contempo l’invito, rivolto a tutte le donne in questa giornata dedicata all’amore, a denunciare gli abusi di cui sono oggetto.
Siamo convinti – continua il rappresentante del COISP – che queste testimonianze, anche se simboliche, aiutino a tenere alta l’attenzione su questa piaga sociale che, dai dati emersi non accenna a diminuire, anzi tutt’altro.
Sono oltre un miliardo le donne che nel mondo subiscono violenza, una persona su tre in Italia. Sono numeri che imbarazzano.
Anche nella Provincia aquilana – testimonia il COISP – il fenomeno è abbastanza preoccupante i dati emersi dalla straordinaria iniziativa intrapresa dalla Questura dell’Aquila con “il camper antiviolenza” non dovrebbero far abbassare la guardia. Ricordiamo che in soli due mesi, l’attività messa in campo dalla Polizia ha raccolto moltissime testimonianze di soprusi, in alcuni casi violenza vera e propria, che ha portato alla denuncia di 33 (probabili) “aguzzini” all’autorità’ giudiziaria per stalking, maltrattamenti, lesioni, percosse e violenza sessuale.
Purtroppo – conclude Li calzi – , tale iniziativa è stata interrotta, a discapito di tutte quelle donne che hanno bisogno di sostegno e che non avendo un punto di riferimento cui appoggiarsi magari soffrono in “silenzio” ed è per questo che il nostro gesto vuole essere un invito a non perdere la speranza, a protestare, a ribellarci in modo deciso per chiedere, anche in modo simbolico, la fine di questa violenza ed il ripristino delle iniziative a favore delle vittime delle violenze di “genere”.
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