Porta Barete restituisce i suoi tesori, e c’è chi vorrebbe lasciarla sepolta dove si trova
L’Aquila – SCOPERTO UN LEONE DI PIETRA CALCAREA SIMILE AD ALTRI RINVENUTI IN PASSATO – Accanto ai resti, ormai sicuramente identificati, di Porta Barete, foto sotto, tornano alla luce anche altre testimonianze e tesori storici, tra i quali un leone funerario di pietra calcarea (foto) simile ad altri rinvenuti nel territorio aquilano e una tabella con una scritta riferita a Porta Romana (foto) . Forse a qualcuno dovrebbe venire in mente che l’area di Porta Barete va recuperata a qualsiasi costo, e non abbandonata anche come argomento culturale. Spesso L’Aquila ha compiuto scelte balorde di cui poi, nel tempo, ha sentito il peso e la gravità. Anche seppellire Porta Barete, molti decenni fa, per fare spazio a via Roma, fu un grossolano errore. Si potrebbe rimediare, se si volesse farlo, e adesso è il momento.
Si è svolto presso la sede della Direzione Regionale per i Beni culturali e paesaggistici dell’Abruzzo un incontro con alcune Associazioni civiche aquilane, che avevano richiesto un confronto al Direttore Regionale Fabrizio Magani, su alcuni temi riguardanti il recupero del patrimonio storico e artistico della città e sulla riqualificazione urbana proprio a partire dal recupero e dalla tutela dei beni monumentali. All’incontro sono stati invitati anche i rappresentanti del condominio di via Roma 207, dal momento che al centro della discussione si è posta la questione dell’area di Porta Barete.
Alla presenza anche dei Soprintendenti Alessandra Vittorini (Beni architettonici e paesaggistici), Lucia Arbace (Beni storico-artistici ed etnoantropologici), del funzionario della Soprintendenza Archeologica Silvano Agostini e del Direttore dell’Archivio di Stato dell’Aquila, Paolo Buonora, Magani ha fatto il punto sull’articolato lavoro di restauro che l’amministrazione dei beni culturali ha svolto e sta svolgendo post-sisma, in città e nel cratere, focalizzando l’attenzione sul tema del recupero e della valorizzazione della cinta muraria dell’Aquila, tema da sempre centrale e prioritario nella programmazione pluriennale degli interventi. L’accordo siglato con il Comune del 2012 ha assegnato, infatti, proprio alla Direzione Regionale il compito di restaurare le Mura e di realizzare un progetto per riscoprire e riconsegnare ad un’adeguata fruizione e conoscenza l’intero pomerio. Un’area che, seppur di grande importanza storica, artistica ed identitaria, era stata nel tempo trascurata e sacrificata rispetto allo sviluppo urbanistico moderno.
Ovviamente parlando delle Mura, l’attenzione si è focalizzata su Porta Barete e sui recenti ritrovamenti, ora in fase di perfezionamento e studio attraverso un cantiere archeologico, avviato la scorsa settimana e che sta già riservando molte importanti sorprese. Dopo i ritrovamenti che hanno confermato l’esistenza di parte dell’antica porta e del basolato, è stata rinvenuta, come abbiamo detto, l’antica iscrizione afferente la vicina Porta Romana e, più distante, verso la torre di sinistra, un inaspettato leone in pietra calcarea, riconducibile ad analoghi reperti rinvenuti nel territorio aquilano. Resti che parlano chiaro e forte. Qualcuno ha dei dubbi?
Questa fase di verifiche archeologiche, insieme al primo lavoro di ricerca effettuato su quest’area dalla Direzione Regionale per i Beni culturali (sia attraverso indagini diagnostiche che su documentazione storica), è indispensabile per definire il percorso della verifica dell’interesse culturale e l’eventuale regime vincolistico a tutela delle Mura.
A chiusura dell’incontro di ieri, vista anche la validità storica e documentale dei contributi presentati dalle associazioni civiche presenti, il direttore Magani ha auspicato un ampliamento della cabina di regia preposta alla ricostruzione e riqualificazione della città alle rappresentanze dell’associazionismo cittadino, per un confronto fattivo e costante per dare “anima alle pietre”.
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