Omicidio Alba, torna la calma in città ma la gente rimprovera ritardi e distrazioni
Alba Adriatica – Dopo gli affollati e commossi funerali di ieri per Emanuele Fadani, il commerciante ucciso selvaggiamente in via Mazzini da tre Rom, sembra tornata la calma questa mattina ad Alba Adriatica. La cittadina non parla d’altro e sono in tanti, tantissimi, ad avercela con i Rom e a sostenere che debbono lasciare tutti la zona. Alle loro case ci sono stati nei giorni scorsi assalti e assedi, con manifestazioni di rabbia e intolleranza verso i Rom. Ma ora pare prevalga la ragione, dopo gli appelli di autorità , vescovo di Teramo, e degli stessi familiari del commerciante ucciso, una famiglia composta e dignitosa che ha mostrato dolore insanabile, ma anche fermezza e saggezza ammirate da tutti.
Il principale indiziato dell’omicidio, il Rom di nazionalità italiana ma di origini slave Elvis Levakovic, 21 anni, è chiuso nel carcere teramano di Castrogno. Lo hanno catturato ieri i carabinieri in un appartamento estivo a poche centinaia di metri dalla caserma, ma anche da via Mazzini. Lo tenevano d’occhio, prrobabilmente, anche osservando i movimenti di una sua convivente, madre di un bambino da allattare. E forse in base ad alcune telefonate. La cattura è avvenuta appena dopo il funerale. Il giovane ha tentato la fuga inutilmente.
Con lui in carcere si trovano gli altri due giovani indiziati, che accusano Elvis tentando di discolparsi, ma c’è un video prelevato da una telecamera di sorveglianza della vicina Banca di Sulmona e Lanciano, che rivela dettagli importanti. Inutili le parole, ci sono le immagini. E qualche testimonianza che i carabinieri stanno raccogliendo. Sarà probabilmente possibile ricostruire con esattezza la dinamica del selvaggio episodio, fuori da un pub in cui i quattro si erano incontrati. L’episodio di Alba, il secondo analogo in pochi mesi (un altro giovane fu ucciso da Roma a Villa Rosa di Martinsicuro ad agosto), è ritenuto molto grave. La gente non sopporta più la prepotenza di personaggi che da sempre si comportano come padroni del territorio, minacciano, picchiano. Spaccio di droga, usura, estorsioni, prostituzione: da queste parti c’è di tutto e di più. E da tempo, dice la gente, le autorità e le forze dell’ordine avrebbero dovuto intervenire con decisione e severità : dopo due vittime a tanti pare tardi. E’ questo seme di sfiducia e di ribellione che serpeggia a dover richiamare l’attenzione dello Stato: che forse avrebbe dovuto essere molto più presente e meno distratto. Come mai nelle note centrali della droga non è mai accaduto nulla? La gente fa domande, lo Stato deve rispondere, con spiegazioni e fatti. Non è solo esasperazione del momento, ma una situazione da risolvere se si pretendono integrazione e rispetto di tutti in una comunità alquanto stravolta e colpita.
(Nelle foto Col: I fiori deposti nel luogo dell’assassinio la mattina dopo – I funerali di ieri e la folla presente)
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