IDV: nuova politica culturale a L’Aquila


L’Aquila – Scrive Lelio De Santis dell’IDV: “Il dibattito che si sta sviluppando in questi giorni sulla cultura e sulle Istituzioni culturali, in particolare sull’Accademia dell’Immagine, è come una lampadina ad intermittenza che si accende di fronte ad una problematicità del momento, che sia il problema finanziario o la nomina di un Presidente, e poi si spegne, facendo tornare tutti i protagonisti in un colpevole silenzio.
In un momento di crisi complessiva e di debolezza economica specifica di questo territorio, c’è il rischio che la Cultura ed i Beni culturali, di cui – purtroppo – poco si parla, rischiano di essere considerati come elementi opzionali, dei quali si può fare a meno, o come spazi da occupare per consolidare gli equilibri degli assetti gestionali delle Amministrazioni Locali.
Oggi più di ieri, la Politica, dopo aver smesso di accapigliarsi sui posti da occupare, deve avere una maggiore consapevolezza sulla centralità della Cultura in questa città e sulla necessità di costruire un progetto condiviso di sviluppo culturale, che sia anche di valenza economica.
C’è bisogno, allora, di un dibattito vero e serio con l’intento di ripensare tutta la politica culturale ed il ruolo delle Istituzioni pubbliche e di elaborare un modello di sviluppo culturale, che recuperi l’identità del territorio e che reinterpreti e valorizzi la sua storia attraverso non solo “ I famosi Enti culturali”, ma anche sostenendo una Rete di Enti e di Associazioni, di Musei e di Gallerie, che vivono, producono ed animano il tessuto sociale ed economico cittadino.
Sarebbe auspicabile, altresì, valorizzare le professionalità che ci sono, ma anche coinvolgere altre energie nuove e motivate, a cui bisogna aprire le porte per assicurare rinnovamento ed autonomia all’azione di promozione culturale di Enti ed Associazioni, come sarebbe utile affidare i Vertici dei più importanti Enti ad uomini di cultura , e non a consiglieri comunali o ad amici politici.
Per cambiare pagina, bisogna guardare in faccia la realtà, ch’è fatta di alcuni Enti con gestioni oculate e trasparenti, ma anche di altri Enti con gestioni meno conosciute e Vertici nominati a vita, come l’ATAM, o di altri ancora, come il Consorzio dei Beni Culturali, senza Presidente da due anni solo perché la Provincia ed il Comune non riescono ad individuare la figura giusta.
Un sistema politico che tollera queste situazioni e sostiene gestioni personali discutibili può solo assistere al decadimento culturale della città, che segnerà anche la sconfitta di una classe dirigente.
Ed allora, nell’interesse esclusivo della città o, come dice Lucci, per lasciare la nostra comunità migliore di come l’abbiamo trovata, bisogna convincersi tutti della necessità di aprire una nuova stagione politica che metta al centro dell’attenzione di Forze politiche, di Istituzioni e di Enti culturali un vero e concreto Progetto di crescita sociale e culturale della città, al riparo da personalismi o da interessi spiccioli di bottega.
Ed il Sindaco dell’Aquila potrebbe avviare questo percorso, chiamando intorno ad un tavolo tutti i soggetti interessati, per evitare che il dibattito sia fatto solo di parole…
Non tutti vogliono assistere in silenzio alle schermaglie ed alle polemiche su un problema centrale come quello ambizioso che riguarda il futuro dell’Aquila,che si vuole chiamare “ Città di arte e di cultura”.


03 Aprile 2009

Categoria : Cultura
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