Basterebbe pagarsi gli sfizi…
Oggi 9 febbraio nuova macellazione televisiva per l’immagine dell’Abruzzo nell’Arena di Giletti, su Rai Uno poco prima che la gente si sedesse davanti agli spaghetti. Manco a dirlo, riecco il sexygate, l’immagine del palazzo Silone con lo sfondo del Gran Sasso, uno sfogo di Letizia Marinelli, bisturi rigirati nelle piaghe e tutto l’armamentario – talvolta stucchevole e ripetitivo – dei luoghi comuni e degli slogan ad effetto. E’ la tv, ragazzi, e non c’è niente da fare…
Ciò che dispiace è che da una storiella tutto sommato secondaria rispetto a tanti altri scandali e problemi, l’Abruzzo della gente perbene esca frantumato, ridotto ad un palcoscenico da farsa, da commedia all’italiana. Davvero patetico.
Delle tante, un’osservazione nell’incrociarsi di invettive, polemiche, voci stridule, ci è sembrata sensata. L’ha detta una bella giornalista bionda. In sostanza, certi sfizi basterebbe pagarseli di tasca propria senza far circolare carte di credito che aprono le porto d’oro del denaro pubblico. Uno ha l’amica o l’amante? Fatti suoi, fatti privati. Importante è che a pagare i costi diciamo ambientali non siano i contribuenti. Aggiungeremmo che, possibilmente, l’amica venga avvicinata e captata non durante missioni “ufficiali”. E non abbia benefici qualche giorno dopo…
In politica l’ha messa un giornalista del Giornale: “La vicenda non doveva essere usata per scopi e polveroni politici, per di più elettorali”. Un’altra osservazione sensata, benché un po’ ingenua: in Italia si mette in politica qualsiasi cosa, nel tritacarne come nella macchina del tempo di “Ritorno al futuro” finisce di tutto, per essere atomizzato e trarne energia. Sporca, nel nostro caso. Oltre che ridicola.
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