Virus, Chiodi berlusconeggia: “Stampa roboante”
L’Aquila – STASERA LE VICENDE ABRUZZESI ANCORA IN TV – Il presidente Gianni Chiodi, probabilmente con il fiato sul collo dopo le voci romane che parlano di freddezza sull’ipotesi della sua ricandidatura, ottiene uno spazio di pochi minuti sul palcoscenico di Rai 2 nella trasmissione Virus, e berlusconeggia. Teso, ma come sempre suadente ed elegante, spiega le sue ragioni sul biglietto per gli USA a favore della moglie, e sul conto dell’hotel romano vista Pantheon per una camera doppia. Le spiegazioni fornite ad un approssimativo conduttore sono piuttosto confuse, specie sul biglietto aereo, ma il presidente è convinto di aver spiegato tutto prima ai magistrati pescaresi che indagano su rimborsopoli, e poi agli abruzzesi nella conferenza stampa di ieri a Pescara.
Sui dettagli non è utile soffermarsi, perchè sono noti, mentre spuntano in tv altri aspetti della vicenda. Prima di tutto, il conduttore non sa, e Chiodi non ha detto, che esistono altre indagini sulle spese dei gruppi. In secondo luogo, la staffilata ai giornalisti, incolpati di aver trattato la vicenda con toni roboanti. Parole di Chiodi, chiaramente teso e provato da quanto gli sta capitando. In terzo luogo, il presidente berlusconeggia quando nota che queste cose capitano agli esponenti del centodestra. Trattamenti riservati al centrodestra, insomma, come nel caso di Berlusconi e di altri. Salvini della Lega rincara la dose, ricordando che in Piemonte ciò che si addebita a esponenti di centrodestra fa scandalo, mentre per esponenti del centrosinistra è… perdonabile.
Difficile capire se Chiodi abbia improvvisato, o volesse proprio buttarla in politica. Facile capire che dall’inchiesta in tanti escono comunque sconquassati. Prima ancora che entri nel vivo, peraltro. E a tre mesi dalle elezioni. Se Roma deciderà le candidature basandosi sui sondaggi, sarà dura. E se il presidente (uscente) avesse solo raccontato i fatti e le sue ragioni, esternando solo la speranza di uscirne pulito, cosa che gli si augura? Non sarebbe stato meglio per tutti, anche per la dignità degli abruzzesi?
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