Il sindaco alla Fondazione Carispaq: “Dare ossigeno alle istituzioni culturali è rinascere”
L’Aquila – In sostanza: date una mano alla cultura. E’ il succo dell’appello del sindaco Cialente al presidente della Fondazione Carispaq, Marco Fanfani: “Una comunità per mesi e mesi dispersa su tutto il territorio abruzzese e nazionale, priva dei riferimenti identitari, non ha solo bisogno dell’abitazione, ma necessita di certezze come il posto di lavoro, il centro storico, tutti gli spazi della nostra quotidianità, quelli che ci fanno sentire, in qualsiasi fase della nostra vita, immersi in un tessuto sociale.
Gli aquilani hanno bisogno di ciò che, in termini psicologici, si definisce “stato e ruolo sociale” e che possiamo tradurre con quell’identità esistenziale fatta di rapporti con le persone e con la città stessa che determinano la qualità della nostra vita.
Il terremoto ha distrutto tutto questo.
Fortunatamente gli aquilani e le aquilane, in questa totale disarticolazione sociale, sono riusciti a trovare un connettivo di sostegno intorno al quale mantenere la loro identità: le scuole (che già nel mese di settembre riuscimmo ad aprire), l’Università, che ha resistito con onore al duro colpo inferto dal sisma, ma soprattutto le nostre Istituzioni Culturali intorno alle quali la comunità si è raccolta e che sono state protagoniste di una vivacità di iniziative e di azioni che ci hanno permesso di ritrovarci, anche in condizioni logistiche difficili.
Le Istitutzioni Culturali, insieme alla nascita di movimenti (anche politici), associazioni e quant’altro, sono stati, a mio avviso, la spinta che ci ha permesso di sopravvivere in questi difficilissimi cinque anni e di guardare con slancio e coraggio ad una ricostruzione ormai avviata.
Le scrivo perché in questo momento pressoché tutte le Istituzioni Culturali aquilane (ricchezza tramandataci nei decenni e patrimonio identitario irrinunciabile) stanno vivendo momenti di estrema difficoltà legati a repentini ed imprevisti tagli economici che ne compromettono attività e progettualità proprio nel momento in cui, nel processo della ricostruzione, abbiamo dato priorità al recupero dei luoghi nei quali, con struggente nostalgia, ricordiamo lo svolgersi delle loro iniziative. Alla luce di queste considerazioni che credo Ella, come tutti i cittadini del cratere, condivide, vorrei chiedere alla Fondazione CARISPAQ di assumere, in questa fase così difficile, un ruolo propositivo per guidare, insieme alle altre istituzioni che la Fondazione stessa ritenga utile di volta in volta coinvolgere, un processo per affrontare la situazione delle associazioni aquilane.
Nel progetto strategico che si è data la città, che ci ha offerto lo studio dell’OCSE, l’alta formazione e la produzione e fruizione della cultura sono i pilastri dell’Aquila del futuro. Sono certo che la Fondazione CARISPAQ abbia le competenze e la passione per condividere questa decisiva sfida: dare nuovo slancio a quelle istituzioni che hanno formato tutti noi guardando soprattutto alla possibilità di far sbocciare nuovi talenti che L’Aquila ha sempre saputo dare all’Italia”.
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