Inps: dietro al “buco” da -14,4 miliardi, un Paese economicamente debole in crisi da anni
(a cura di Flavio Colacito – psicopedagogista). “Le ragioni delle criticità evidenziate dal bilancio di previsione dell’Inps vanno ricercate nell’andamento dell’occupazione, nella dinamica delle retribuzioni e in quant’altro caratterizza il quadro macroeconomico di un Paese in crisi da anni”, esordisce Giuliano Cazzola, ex deputato ed esperto di previdenza sulle pagine del “Corriere della Sera”. Sarà con segno meno Il risultato d’esercizio Inps 2013 per 14,4 miliardi e ciò lo si legge nel preventivo dello stesso istituto riguardante il 2014. Si chiude con un patrimonio di appena 7.478 milioni, risultando un passivo rilevante, tanto che per il 2014 potrebbe essercene un altro di 11.997 milioni, attendendo un chiarimento se lo Stato deciderà di prendere sulle “spalle” l’onere delle pensioni dei dipendenti pubblici dal 2012 in poi , lo stesso anno che ha assistito alla confluenza dell’Inpdap nell’Inps. L’Inps lo scorso anno ha liquidato 649.621 nuove pensioni, con un calo del 43% se confrontato ai 1.146.340 nuovi assegni erogati nel 2012: ciò viene fuori confrontando il bilancio preventivo Inps per il 2014 e quello sociale per il 2012, evidenziando che la differenza numerica dei nuovi pensionati è connessa per lo più all’entrata in vigore della riforma Fornero nel 2013, la quale innalzato l’età pensionabile. “I dati comunque dimostrano che la spesa pensionistica non era sotto controllo – sottolinea ancora Cazzola- e che la riforma del 2011 non è stata fatta solo. La forte contrazione del numero delle pensioni è la prova provata della validità di quell’intervento, senza il quale il disavanzo sarebbe ancora più accentuato. Da tempo veniva segnalato, in risposta ai facili ottimismi, che la situazione era precaria perché il bilancio dell’Inps era sorretto solo dai robusti saldi attivi delle gestioni dei parasubordinati e delle prestazioni temporanee. La crisi ha azzerato gli avanzi di quest’ultima gestione”. Nel bilancio di previsione per il 2014 è contenuto un dato che verrà analizzato a distanza di qualche tempo dal Consiglio di indirizzo e vigilanza, il quale non prende in considerazione l’operazione tecnica e contabile contenuta nella legge di stabilità per estinguere la passività patrimoniale ex-Inpdap precedente , di circa 25,2 miliardi di euro. Nel documento si mette in luce che, pur essendoci un trasferimento definitivo delle anticipazioni date dallo Stato riguardanti l’esercizio 2011 pari a 25.198 milioni di euro, 21.698 per anticipazioni di bilancio e 3.500 per anticipazioni di tesoreria previsto dalla legge di stabilità, nel 2014 si passa da un disavanzo di 11.997 milioni a un avanzo di esercizio di 13.201 milioni. Il patrimonio netto,considerando tale cambiamento, sarebbe previsto in risalita a quota 20.669 milioni ,da -4.529 milioni escludendo l’intervento della legge di stabilità. In conclusione è l’ennesimo problema per l’Inps, che ha visto appena qualche giorno fa le dimissioni del presidente Antonio Mastrapasqua motivate dall’inchiesta sulla presunta truffa ai danni dello Stato nel suo ruolo di direttore dell’Ospedale Israelitico di Roma.Il previsionale 2014 porta,tra l’altro, la sua firma e nel documento è ben chiarito che si è passati dai circa 40 miliardi di euro del 2009 – primo anno della gestione targata Mastrapasqua – a meno 4,5 miliardi previsti per il 31 dicembre 2014, quando il disavanzo complessivo arriverà a 12 miliardi di euro, senza grandi differenze anche per biennio successivo, rispettivamente 10,6 miliardi nel 2015 e 10,4 nel 2016.
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