Chiodi fa di nuovo outing: “Ecco le carte, ho chiarito tutto, sono soddisfatto”
Pescara – (S.L. – G.C.) – E’ chiaro, da oggi almeno, che la Regione Abruzzo non sa neppure cosa sia una conferenza stampa e farà bene a lasciar organizzare le prossime da qualcuno che lo sappia fare. Altrimenti, nuocendo prima di tutto al presidente Chiodi, non avrebbe combinato il pasticcio di oggi. Conferenza stampa del presidente per un suo outing sulla storia personale e su rimborsopoli, nessuno è in grado di seguirla. La calca impressionante lo impedisce. Ci sono tutti meno i giornalisti, ai quali è fisicamente impedito di lavorare e di ascoltare il presidente. Presenti consiglieri, sostenitori politici, fiancheggiatori, amministratori di molti enti e istituzioni. Per i cronisti neppure lo spazio per salire su una sedia e scattare delle foto. Insomma, la solita approssimazione dilettantesca e per di più nessuno che intervenga e tenti di consentire alla stampa di seguire il presidente.
Chiodi porta un gran pacco di carte. Ripete grosso modo ciò che ha detto ieri, dopo due ore davanti ai magistrati: sono soddisfatto, ho chiarito tutto ai pm. Dunque niente dimissioni, a quanto si può dedurre.
Quanto alle carte, viene esibito il già noto documento che prova l’avvenuto pagamento del biglietto aereo per la moglie (viaggio in America), e vengono sciorinate (per chi riesce a vederle, cioè in sostanza gli amici di Chiodi accalcati nella stanza) le carte relative alla notte galeotta nell’hotel del Sole a Roma. Il presidente ribadisce di voler distinguere i fatti privati e personali da quelli pubblici e afferma di aver pagato il conto. Di tasca sua. Si va avanti nel caos più totale, non è una conferenza stampa, è una conferenza per gli amici e i curiosi.
Ecco alcune delle poche parole di Chiodi che si sono percepite nella calca: “Voglio dire agli abruzzesi che non c’e’ accusa piu’ infamante di essere considerato una persona che fa la cresta sui rimborsi. Non c’e’. E quindi su questo punto spero di aver chiarito tutto e spero anche che di questa cosa la Procura possa tener conto”. Oltre al governatore sono indagati il presidente del Consiglio, Nazario Pagano e 23 politici tra assessori e consiglieri. Le accuse, a vario titolo, sono di peculato, truffa e falso ideologico.
Il presidente ha reso noto che ammontano a 29 mila euro le spese che secondo i magistrati non avrebbero giustificazioni contabili. Ma Chiodi ha ribadito di non aver mai omesso nulla e che spesso, invece, ha rinunciato ad ottenere i rimborsi “pure dovuti”. “Per le spese di rappresentanza nel 2012 avevo un budget di 50 mila euro, molto meno di quello che avevano i miei predecessori. Alla ragioneria ne ho restituiti 45 mila. Nel 2013 stessa dotazione e a fine hanno la restituzione e’ stata di 47.500 euro. Non ho mai inteso fare alcuna cresta, come e’ evidente. Su questo punto di vista mi sento sereno, forte, tranquillo e sento di non aver nulla da addebitarmi. “Per quanto riguarda le questioni che non attengono a vicende giudiziarie “si possono fare degli errori, l’importante e’ ammetterli. Per Letizia Marinelli, la donna che pernottò con Chiodi a Roma, non ci fu alcun favoritismo e sarà possibile accertarlo”.
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