Due o tre cosette su rimborsopoli


L’Aquila – Scrive Franco Taccia: “Egregio Direttore, dopo aver letto il resoconto sulle dichiarazioni di alcuni “esponenti” della Regione credo sarebbe opportuno, lasciando da parte l’ironia (unica forma di auto difesa per il cittadino) dire due o tre cosette.
Leggo di giustificazioni sicuramente ineccepibili sotto l’aspetto legale ma che lasciano più di una perplessità nell’uomo della strada. Si parla di missioni, per carità, sicuramente giustificatissime, e dei conseguenti pernottamenti con relativi pranzi e/o cene. Tutto sacrosanto, ci mancherebbe. Uno viaggia per lavoro, deve dormire fuori e ha pure il diritto di cibarsi.
Ma per l’amor di Dio, nessuno ha utilizzato hotel a 5 stelle! E sicuramente neanche a 4….
Ah, si? E chi se ne…….! Ma, di grazia, c’è per caso una legge, un decretuccio, un qualche obbligo che impedisca quando uno va ad esempio a Roma, di scegliere un albergo che di stelle ne ha solo 3, e se ne trovano in pieno centro vicino ai monumenti più famosi, nel quale una camera che per una persona normale potrebbe addirittura apparire di lusso, costa solo 70 euro, con tanto di megacolazione al mattino? Provare per credere cercando con internet. Grazie al quale si scopre che si può anche cenare alla grande spendendo 30 euro (a cranio ovviamente). Addirittura a Firenze, vicino Ponte Vecchio, si può “dormire” con 90 euro.
Quanto ai viaggi non è che se non si va in prima classe superlusso e ci si limita alla seconda si ha diritto all’aureola.
Aggiungendo che una 1300 della Fiat, benzina e GPL, ti porta a Roma o Bologna come ti ci porta “un duemila”, solo che costa un “po” meno.
Poi, a voler proseguire il discorso, che diventerebbe troppo impegnativo, mi vengono in mente i pendolari tra Avezzano e Roma e ci sarebbe magari da chiedersi perchè un “disgraziato” di insegnante precario che si “sgrugna” centinaia di Km la settimana per andare a “casa del diavolo” per una supplenza, se un giorno ha un consiglio di istituto e deve trattenersi sul posto anche a pranzo, può permettersi pane e mortadella perchè già ha “sballato” con benzina e pedaggio. Mentre il buono pasto per operai o impiegati permette anche una birretta, piccola naturalmente.
Ma questo, l’ho detto è un altro discorso. Oppure no? “.


05 Febbraio 2014

Categoria : Dai Lettori
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