Ienca, ora un progetto di sviluppo


L’Aquila – di LELIO DE SANTIS, assessore al turismo – Con il recupero della reliquia di Papa Giovanni Paolo II, rubata da tre ragazzi che pensavano solo di risolvere qualche problema di sopravvivenza, finisce bene, per fortuna, una brutta storia che ha tenuto col fiato sospeso fedeli ed estimatori di Papa Giovanni Paolo II.
E’ finito anche il grande clamore mediatico ed il Santuario torna confinato nel silenzio alle pendici del Gran Sasso, a disposizione di pochi fedeli abitudinari della domenica e presto, probabilmente, anche dei tanti che lo hanno scoperto con questa triste vicenda.
La chiesa del borgo, oggi, è il Santuario di Papa Giovanni Paolo II più noto in Italia e nel mondo e con la canonizzazione che ci sarà il 27 aprile prossimo, diventerà una meta religiosa sempre più ambita e visitata. Per questo l’Amministrazione Comunale ha il dovere di creare le migliori condizioni logistiche ed ambientali per rendere fruibile ed accogliente l’intera area in cui sorge il Santuario, che rappresenta non solo un bene religioso, ma anche culturale e turistico.
La valorizzazione del Santuario è un elemento importante e qualificante del turismo religioso che l’Amministrazione Comunale sta sviluppando e che può contribuire al rilancio economico della città. C’è bisogno di un impegno delle istituzioni, della Chiesa, dell’imprenditoria locale e degli operatori turistici, per sviluppare questo polo religioso, ambientale e turistico, un moderno attrattore di fedeli e visitatori.
A tal fine ho convocato un incontro con l’Associazione Culturale S. Pietro della Ienca ed un gruppo di tecnici ed imprenditori per programmare, in termini assolutamente eco compatibili, iniziative ed interventi concreti per realizzare le essenziali infrastrutture igieniche, di accoglienza e di promozione turistica.
(Ndr) - Nessuno mette in dubbio la buona fede di De Santis, che è assessore al turismo da non molto tempo. Anzi, va apprezzata la sua attenzione al problema, che prima di lui non c’era mai stata. L’Aquila sembrava non accorgersi né degli sforzi di Pasquale Corriere (persino ostacolato, pensate un po’ che assurdità…), né di aver avuto in dono dalla sorte (o da Giovanni Paolo II direttamente) una vera fortuna sotto il pragmatico, non secondario, aspetto del possibile ritorno turistico. Senza ironia, bisogna riconoscere che ci voleva Giovanni Paolo II per aiutare la città e i monti dell’Abruzzo. Ma, nonostante tutto ciò, L’Aquila dormiva sonni profondi. Tant’è vero che il santuario ha ancora oggi bisogno di tutto. Persino di bagni pubblici e cose del genere.
La sorte, se vogliamo chiamarla così, ha aggiunto la vicenda della reliquia nel piatto della notorietà ormai globale del santuario. Passando per le mani di qualche ladruncolo. Le vie del Signore sono infinite, dicono i credenti e i pii. D’accordo con loro. E’ che quelle dell’uomo sono finite, finitissime, talvolta inesistenti. Ma, banalità per banalità, è anche vero che… meglio tardi che mai.


01 Febbraio 2014

Categoria : Turismo
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