“Dei Rom ci ricordiamo solo in cronaca”
L’Aquila – Dal prof. Alexian Santino Spinelli riceviamo: “Innanzitutto voglio esprimere tutto il mio cordoglio alla famiglia della vittima. Una tragedia familiare immane che mi tocca profondamente come uomo, come italiano e com e Rom. Voglio esprimere anche la mia condanna verso le persone che si son macchiate di tale delitto e alcune mie riflessioni.
Purtroppo dei Rom ci si ricorda solo in caso di cronaca. Eppure esistono centinaia di eventi artistici e culturali su tutta la Penisola che riguardano i Rom ma non hanno lo stesso interesse mediatico, anzi sono oscurati quasi totalmente. Sabato scorso abbiamo organizzato a Lanciano la 16° edizione del concorso artistico internazionale “Amico Rom” che gode anche del patrocinio del Presidente della Repubblica Italiana e un festival di musica, domani a Roma presso la Chiesa Valdese e sabato a Lanciano presso il Teatro Fenaroli abbiamo organizzato 2 concerti di solidarietà per l’Abruzzo con l’Orchestra Sinfonica Abruzzese e l’Alexian Group con partiture musicali Rom. Questi eventi vanno considerati un segno evidente di volontà di integrazione.
Esistono centinaia di Rom e Sinti che vivono onestamente, molti sono calciatori famosi e qualcuno gioca anche in nazionale. Molti sportivi tengono in alto l’onore italiano nelle gare e nei match internazionali. Ci sono circensi, pugili, giostrai, infermieri professionali, insegnanti, pittori, albergatori, ristoratori, commercianti, musicisti, negozianti che sono ben integrati ma che non hanno attenzioni mediatici. La normalità e l’onestà del mondo rom non interessa a nessuno. Solo la cronaca si evidenzia per cui i Rom inevitabilmente hanno una cattiva fama. Nell’immaginario collettivo poi passa per vero Rom solo colui che vive nei campi nomadi, ovvero luogo di negazione dei diritti umani, e nel degrado. L’opinione pubblica ignara ed inerme conosce solo gli stereotipi, è certamente una vittima come i rom che son costretti a vivere da una serie infinita di fattori nei campi nomadi che sono vere e proprie forme di segregazione razziale fatti passare per cultura. Si fa credere che i rom vogliono vivere per scelta nei campi nomadi. I Rom non sono nomadi per cultura. La storia ci dice che la mobilità dei Rom è sempre stata coatta o indotta. Coloro che fanno i nomadi in Italia ieri avevano le case in Romania o nell’ex Jugoslavia. La verità i campi nomadi sono una fonte di guadagno per certe associazioni di pseudo volontariato che hanno tutto l’interesse a presentare il mondo rom solo sul versante del degrado. La lingua, la letteratura, il teatro, la musica, l’arte e la cultura millenaria dei Rom sono un enorme patrimonio dell’umanità. Ma cosa arriva realmente all’opinione pubblica veicolata? Assolutamente nulla, o meglio solo la cronaca e gli stereotipi negativi: bambini col moccolo e roulottes sgangherate.
Nessuno ricorda il genocidio di 500 mila Rom e Sinti massacrati dai nazifascisti e l’ondata xenofoba in atto non promette niente di buono.
Gli errori dei singoli vanno condannati e puniti severamente ma non si può connotare un episodio di cronaca etnicamente condannando un’intera popolazione. Occorre evitare generalizzazioni, le facile strumentalizzazioni.e ogni forma di sciacallaggio.
Trasmissioni televisive sul mondo e la cultura rom andrebbero programmate lontane dai fatti di cronaca per favorire la conoscenza e l’integrazione. But baxt ta sastipè”.
Alexian Santino Spinelli
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