Gianni sale, Nunzia scende?

Gianni Chiodi è una persona per bene, parola di Angelino Alfano nella convention a Teramo per la conferma della candidatura del presidente uscente. Naturalmente, a priori, non si può che essere d’accordo, per Chiodi come per chiunque altro non sia stato inchiodato da una sentenza ad una colpa o ad una responsabilità. Chiodi è indagato, niente di più, nell’effervescente novelliere delle spese diciamo generose a carico della Regione. Cioè a carico degli abruzzesi.
Nunzia Di Girolamo, gradevole ministra NCD, non indagata, ha dovuto dimettersi per una storia paesana riguardante Benevento, il regno della zarina sannita.
Uno vuol essere bendisposto e rifuggire dal qualunquismo e dall’antipolitica. E’ una fatica. In questa Italia, in questo Abruzzo, esserlo è nei fatti davvero difficile. Come può la politica spiegarci, convincerci, che Nunzia Di Girolamo debba essere accantonata, dimissionata senza un fiato di solidarietà, e il nostro Chiodi – indagato – debba non solo restare ai comandi, ma essere anche fortemente ricandidato? Sempre nell’ambito del medesimo partito, NCD?
Absit iniuria verbis, lo abbiamo premesso. Per noi Chiodi è per bene, come per Alfano, e anzi suggeriamo di beatificarlo e canonizzarlo. Ma è un indagato. Ne uscirà pulito, speriamo per lui. Ma al momento è un indagato. Se la regina degli aspri monti sannitici, Nunzia, deve andarsene senza essere manco indagata, riesce arduo, per la nostra piccola mente, capire come vanno le cose in questa Italia che non riesce ad affrancarsi dall’unica etichetta che le sta bene, fatta su misura. C’è scritto Pulcinella. C’è scritto incoerenza. C’è scritto anche di peggio, ma ve ne facciamo grazia.