In Italia solo il 10% delle famiglie possiede metà ricchezza del Paese: i dati di Bankitalia
(a cura di Flavio Colacito – psicopedagogista).Tra le famiglie italiane aumenta la povertà e il 50% della popolazione va avanti con meno di 2.000 euro al mese, parallelamente sono meno indebitate rispetto al passato, anche se poco più di una su quattro ha alle spalle almeno un debito, i nuclei giovani sono quelli più in difficoltà, ma il dato che fa riflettere maggiormente è l’aumento della disuguaglianza sociale, visto che la metà della ricchezza del Paese è saldamente in mano al 10% della popolazione. E così si scopre che negli anni che vanno dal 2010 e il 2012 il reddito familiare medio è sceso del 7,3%, assieme alla ricchezza media che è scesa del 6,9%, contrariamente all’indigenza salita al 16%. Lo studio biennale della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane nel 2012 ci presenta una nazione di anziani, con un aumento dei nuclei monoparentali (28,3% contro il 24,9% del 2010), mentre le coppie con figli sembrano ormai rare. Il reddito familiare annuo, al netto delle imposte sul reddito e dei contributi sociali, nel 2012 si attesta in media attorno ai 30.338 euro, più o meno 2.500 euro mensili e Il 20% delle famiglie percepisce un reddito annuale netto inferiore a 14.457 euro (circa 1.200 euro al mese), con la metà della popolazione che si attesta intorno ai 24.590 euro (circa 2.000 euro al mese). Nello specifico Il reddito familiare è composto per il 40% da lavoro dipendente, per circa un quarto (27,5%) di reddito da trasferimenti (pensioni, cig), per quasi l’11% di reddito da lavoro autonomo, finendo con il restante 22% di reddito derivante da capitale (affitti, rendite finanziarie). L’aumento della povertà segue un trend costante dal 2010 e quella “assoluta”nel 2012 aumenta di circa 2 punti percentuali, quindi dal 14 al 16% , con il 14,1% di individui relativamente indigenti, più o meno seguendo l’andamento del 2010 (14,4%), ma con due punti percentuali superiori rispetto al 2008, con differenze evidenti tra nord e sud (punte del 24,7% nel meridione), oltre il 30% tra coloro che sono nati all’estero. Secondo Bankitalia la povertà individuale sarebbe scesa a 7.678 euro netti annui nel 2012, passando dagli 8.260 del 2010 e nelle famiglie composte da tre adulti la soglia si attesta a 15.356 euro netti all’anno. Per quanto concerne la disuguaglianza sociale Il 10% delle famiglie agiate possiede il 46,6% delle ricchezza netta familiare totale, mentre nel 2010 era il 45,7% . Seguono dati dai quali si nota che il 10% delle famiglie, con il reddito inferiore, percepisce il 2,4% del totale dei redditi prodotti, mentre il 10% di quelle con redditi migliori, percepisce una quota del reddito pari al 26,3%. Il reddito equivalente viene considerato dall’indagine, in quanto esso rappresenta il guadagno che ciascun individuo dovrebbe possedere se vivesse da solo per conseguire lo stesso stile di vita che ha nella famiglia in cui vive, risultando nel 2012 mediamente intorno ai 17.800 euro, 1500 euro mensili, fino a 2.350 euro al mese per i laureati, 2.700 euro per i dirigenti, 2.550 euro per gli imprenditori ,con gli operai del meridione e i nati all’estero che percepiscono redditi bassi, 1.200,1.100 e 950 euro al mese. Gli impiegati si collocano in posizione intermedia con 1900 euro, seguiti da altre tipologie di lavoratori (1.700 euro), i pensionati (1.700 euro). Rispetto al 2010 le famiglie indebitate sono diminuite, con il 26,1% alle prese almeno con un debito,per un ammontare medio di 51.175 euro, mentre nel 2010 rappresentavano il 27,7% per un ammontare medio di 43.792 euro. Il 93% delle famiglie conduce attività finanziarie, in aumento rispetto 2010, visto che erano il 91,5 % e circa il 74% ha almeno una carta di pagamento, in aumento del 71% rispetto al 2010, tuttavia è in diminuzione l’uso delle carte di credito. Un’ altra indagine del Lef -associazione per la legalità e l’equità fiscale-, evidenzia che vari truffatori danneggiano le famiglie oneste sottraendo loro 2 miliardi di euro, che equivale al 20% circa dei servizi erogati attraverso l’Isee, ovvero l’indicatore della situazione economico equivalente.
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