Inchiesta Regione: “Dove sono coloro che esigevano le dimissioni di Cialente?”


L’Aquila – NESSUNO SCIACALLAGGIO SULLA VICENDA, SOLO QUALCHE RIFLESSIONE – “Chissà se una parte della stampa nazionale, che nelle scorse settimane ha gettato fango sull’Aquila, dopo le vicende che hanno interessato il Comune, continuerà la campagna denigratoria per alimentare ombre e parlare di uno stato generale di malaffare.
Mi auguro di no, perché l’immagine e il bene dell’Abruzzo e dell’Aquila vengono prima di ogni cosa”.
Questo quanto afferma la senatrice Stefania Pezzopane, all’indomani delle ultime inchieste giudiziarie.
“A differenza di altri, non gioisco delle inchieste, né tanto meno mi rallegro se la macchina del fango mediatica scredita la mia regione, la mia città. Non intendo fare sciacallaggio politico, come è stato fatto dopo le vicende del Comune dell’Aquila.
Certo le responsabilità emerse sono gravi, anche se spero che tutti possano chiarire la loro posizione e dimostrare la loro estraneità- prosegue la senatrice-
Tuttavia mi chiedo se dopo la pioggia degli avvisi di garanzia ci sarà qualcuno pronto a rassegnare le dimissioni.
Tutti quelli che fino a ieri inneggiavano alle dimissioni del Sindaco Cialente, che lo ribadisco, non è stato sfiorato da alcun avviso di garanzia, tutti quelli che hanno usato toni trionfalistici o moralizzatori, tutti quelli che hanno invocato le responsabilità politiche, dal momento che non potevano appigliarsi a quelle penali, avranno ora la coerenza di chiedere a se stessi le dimissioni ?
Al presidente Chiodi che invoca il fumus persecutionis, prima del voto regionale, vorrei ricordare che se non avesse messo in campo la sveltina della proroga salva-poltrone, si sarebbe già potuto votare a dicembre e questa vicenda non avrebbe neanche sfiorato la campagna elettorale”.
(Ndr) - L’inchiesta sulle spese regionali durava da un anno e mezzo e nessuno poteva immaginare che i signori della Regione si sarebbero allungata la permanenza (e i lauti stipendi) fino a maggio. Ora c’è il solido sospetto che, oltre ai lauti stipendi, ci siano anche state laute spese diciamo non strettamente rigorose e necessarie. Nessuno va infangato, nessuno è colpevole fino alla condanna, ma non può valere una volta sì e una no: L’Aquila è stata coperta di fango (e qualcuno continua a farlo nelle tv nazionali), ma anche nel suo caso nessuno va infangato o è colpevole… e così via. L’Italia sta diventando un paese frenetico e isterico, che si nutre di veleni e bercia falsità solo per bassi fini. Davvero un brutto scenario.


24 Gennaio 2014

Categoria : Politica
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