E’ il sistema che favorisce la corruzione
L’Aquila - (La Madonnina salvata a Tmpera, immagine di TvUno) – Scrive Sergio Iovenitti, presidente usi civici Tempera: “La ricostruzione dell’Aquila non può ridursi ad una competizione elettorale, è un atto di civiltà e tutti noi dobbiamo dare il nostro contributo civile. La crisi finanziaria ed economica unite alle tante vicende di mala-politica che hanno e stanno riguardando Regioni del Nord come del Sud, di destra e di sinistra, non solo hanno accentuato il distacco dei cittadini dalle istituzioni, ma è palpabile il disagio degli stessi che ritengono di poter far a meno dei partiti.
Ed è questo sistema politico che crea numerose occasioni di corruzione attraverso una rete di clientele, raccomandazioni, incarichi di favori ad amici con critiche diffuse e a volte radicali; la politica gestisce nomine e poltrone come se la “cosa pubblica” appartenesse solo a loro. Raccomandazioni a parenti o a candidati politici oppure a yes-man possono essere premiati con incarico di prestigio all’interno della macchina ministeriale, regionale e comunale, semplificando il disfacimento delle istituzioni ma nascondendo il legame tra il ruolo della politica con gli uffici competenti.
Senza la compiacenza dei burocrati, diventa assai difficile per la politica organizzare sistemi finalizzati, non all’interesse della collettività, ma a vantaggio di pochi. Non vanno quindi ricercate o sollecitate norme e regole quando accadono fatti giudiziari gravi che coinvolgono l’intera comunità, ma occorre reclamare il motivo perché regole certe, già esistenti, non vengono applicate dalla macchina amministrativa ed intervenire su ciò che deve essere migliorato.
Ad esempio manca la certezza della norma per la ricostruzione privata.
La cd. Legge Barca, sostenuta da numerose personalità del capoluogo e da Sindaci dei comuni minori, ha normato solo la forma e non la sostanza della ricostruzione privata, riconoscendo il contributo con la presentazione di almeno cinque e tre offerte acquisite da imprese e da progettisti nonchè l’istituzione di un elenco di operatori interessati all’esecuzione dei lavori; sembrava la panacea dei problemi con la fine del Commissariamento.
All’atto pratico, di concerto, i due Uffici speciali: a) hanno fissato i requisiti di affidabilità per l’iscrizione all’albo di imprese e professionisti hanno precisato che l’iscrizione è volontaria; b) con la nuova convenzione stipulata con gli Ordini professionali hanno regolamentato alcune procedure pubbliche quando è il D.M. 143/2013 che fissa, per affidamenti lavori pubblici, i corrispettivi per servizi di architettura ed ingegneria e non raffrontano le tariffe pattuite con quelle previste dal D.M. 140/2012.
Anche la presentazione dei tre o cinque preventivi scelti dal condominio o dal consorzio si riduce ad una semplice presa in giro per l’opinione pubblica perché se non si crea una competizione vera tra le imprese o i professionisti che per accaparrarsi la clientela, devono ridurre il prezzo. Occorre porsi la seguente domanda: a cosa servono i tre o cinque preventivi patacca?
E’ difficile garantire trasparenza e tracciabilità se non esiste cogenza della norma per proprietari, imprese e professionisti sulla falsa riga dei lavori pubblici.
Infine, la certezza dei trasferimenti statali costanti per annualità (di qualsiasi importo) permetterebbe l’apertura di cantieri almeno per tre/quattro volte le risorse assegnate annualmente.
Oggi i dirigenti o funzionari dei Comuni impegnano le somme per competenza e nel timore di danno erariale per l’incertezza di un flusso costante di denaro, ammassano ingenti risorse finanziarie presso la Tesoreria comunale da utilizzare nei prossimi 4/5 anni. Di fatto, rallentando la ricostruzione e trascurando che dal 2016 Regioni e Enti locali saranno chiamati a fare i propri bilanci solo per cassa, sarebbe opportuno che nel cratere ci abituiassimo da subito, così che la ricostruzione subirebbe una notevole accelerazione.
E’ di attualità la polemica che sono sempre gli stessi professionisti ed imprese ad occuparsi della messa in sicurezza nel centro storico della città e delle frazioni. I faziosi asseriscono che gli affidi sono stati commissionati subito dopo il sisma, dimenticando che nel frattempo sono passati cinque anni e gli abbattimenti non sono ancora terminati.
Allora, forse, se il burocrate comunale di turno, ricadente nel cratere sismico non avesse provveduto nel 2009 con ordinativo ad assegnare le opere di messa in sicurezza alle imprese per almeno quattro/cinque anni di lavoro, bensì le sole, di somma urgenza, lavorabili nei successivi dodici mesi, avrebbe potuto istituire elenchi di professionisti e di operatori economici, rispettando così il principio della parità di trattamento, trasparenza e rotazione, con evidenti risparmi del denaro dei contribuenti italiani, disponendo di un contrappeso alle possibili pressioni che quotidianamente i dipendenti pubblici subiscono”.
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