Vivi Città: “Oviesse, una nota stonata”
Teramo – QUINDICI PERSONE DENUNCIATE – La Digos di Teramo ha denunciato una quindicina di persone per danneggiamento ed occupazione di edificio. Si tratta dei giovani che da sabato protestano contro il Comune di Teramo, proprietario dei locali ex Oviesse di Corso San Giorgio, sollecitando l’assegnazione dei locali commerciali alla cultura e all’arte. Il braccio di ferro fra i manifestanti ed il sindaco Maurizio Brucchi e’ ancora in atto. La denuncia e’ scattata dopo il rapporto della polizia che aveva accertato l’ingresso non autorizzato nel locale attraverso l’apertura forzata dell’ingresso posteriore.
Prima che si diffondesse la notizia, aveva scritto Marcello Olivieri (Teramo Vivi Città): “In un momento di grande crisi globale, l’occupazione dei locali commerciali dell’ex Oviesse appare come un atto di prepotenza che potrebbe creare un danno economico a tutti i teramani.
Per i locali dell’ex Oviesse c’è l’interesse di aziende che andrebbero a creare nuovi posti di lavoro oltre a pagare un affitto che, già di per se, sarebbe una grande risorsa per le casse comunali. L’invasione dei locali allontana gli investitori commerciali e preoccupa molti cittadini che vedono svanire una opportunità di lavoro e di sviluppo per il commercio teramano.
L’occupazione si è presentata come una vera azione politica, la cultura non occupa un locale commerciale, la cultura non urla, la cultura non ostenta una superiorità morale. Una passerella che ha visto sfilare politici regionali, locali e aspiranti candidati sindaci, quindi per cortesia non prendete in giro i cittadini, non parlate di cultura perché questa è pura campagna elettorale.
Comunque oltre l’aspetto scarsamente culturale, l’occupazione di un locale di proprietà del comune, quindi dei teramani, crea un altro preoccupante interrogativo:
-“se all’interno dei locali occupati qualcuno si fa male chi paga?”
Il comune? Quindi pagheranno ancora una volta i cittadini?
Tuttavia Teramo Vivi Città invita l’Ill.mo Signor Prefetto a valutare la situazione che si è creata. Per evitare che qualcuno corra dei rischi, sarebbe più giudizioso fare accomodare fuori i signori della cultura che potrebbero continuare la loro protesta politica in una piazza, con le dovute autorizzazioni nel rispetto della democrazia e delle leggi”.
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