Da tv e media nazionali fuoco ad alzo zero


Non ci stiamo ad essere individuati come truffatori, leggevate nell’editoriale precedente. Dall’assessore Di Stefano, oggi, leggete su questo giornale che esiste un sostanzioso sospetto: poiché servono ingenti risorse che il governo si accinge a reperire con manovre e marchingegni laboriosi, si apre il fuoco ad alzo zero su L’Aquila. Il cantiere più grande d’Europa (ma quando?) diventa una sorta di carogna sulla quale avvoltoi e altri famelici pennuti e non pennuti si avventano, o vorrebbero avventarsi. E allora?
Siccome non siamo nati ieri, possiamo arrivare senza farci sudare le meningi a immaginare che, da parte di ingordi di ogni risma, soprattutto al Nord, la prima manovra da mettere in campo, sia la demolizione di immagine, sia la calunnia, sia l’aggressione, nei confronti dell’Aquila. Se volete maggiore chiarezza, eccola: quelli sono dei ladroni, non diamogli più soldi per ricostruire, altrimenti li rubano. Serve altro?
La campagna ad alzo zero – profittando delle desolanti notizie giudiziarie sulla corruzione aquilana (da dimostrare, tuttavia) – parte dalle tv nazionali, pubbliche e private, e da alcuni giornali. Non è un caso che l’attacco più qualunquista e malevolo giunga dal Sole 24 Ore, il foglio della Confindustria. Vi dice qualcosa?
Gettare fango non solo sugli indagati (il che non sarebbe comunque corretto, visto che non sono dei condannati) ma sull’intera città, sul suo costume, sulle sue proteste, sulla sua indolenza meridionale, sul piagnisteo come vezzo inamovibile, sulla sua abituale inerzia e incapacità gestionale, risponde a delle logiche. Non vogliamo difendere nessuno, tanto meno Regione, Provincia e Comune, che le loro colpe le hanno. Vorremmo solo più onestà informativa, meno manovre occulte e sporche, sicuri che il Sole 24 Ore non faccia parte degli infangatori, più fedeltà alla verità da parte di tanti mass media. Siamo degli ingenui? Forse. Ma migliori di chi baratta il dovere della verità con gli interessi di potentati e lobbies d’acciaio, che da dietro nere quinte tirano i fili dei burattini. Un’Italia peggiore, più losca e imputridita dal denaro nessuno avrebbe potuto immaginarla. Cominciate a domandarvi chi, e dove, cammina sulle vittime e adopera chi soffre per perseguire i propri felloneschi e coprolalici interessi. L’odore osceno dei soldi svela i peggiori.



19 Gennaio 2014

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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