Risorse e discredito: L’Aquila ingombrante…


L’Aquila – di PIETRO DI STEFANO, assessore alla ricostruzione –
Un articolo del Sole 24 ore confeziona per L’Aquila un elaborato pregiudizievole e parziale che stravolge e mistifica i fatti senza nessuna ricerca della verità, ma soprattutto senza che nessuno si interroghi sulle estreme conseguenze che incombono sulla rinascita, materiale e sociale, della città. In modo impetuoso si è avviato un massacro, una gogna mediatica che si è abbattuta con inusitata violenza sulle persone più esposte durante e nell’immediato post sisma, senza alcun distinguo per responsabilità e poteri.
Tutti sullo stesso carro, tutta erba in un solo fascio.
Neanche il sostituto procuratore della Grandi Rischi, processo simbolo di questo terremoto, viene risparmiato in questo gioco al massacro.
In questa vicenda, solo mediatica, è evidente che si paga la simbologia dell’identificazione con il terremoto tramite le battaglie che si sono fatte o si stanno facendo in nome dell’Aquila.
A voler ricostruire gli ultimi tempi e a volergli dare un senso logico sembra quasi che una sola vicenda, pur grave e dolorosa per il nostro orgoglio e il nostro rigore, voglia essere presa a pretesto affinché la ricostruzione di L’Aquila, in questa forte e infinita crisi della nazione, possa essere accantonata dal Governo e le risorse ad essa necessarie possano essere destinate altrove.
C’è un filo che lega le cose avvenute.
TG1 e TG5 aprono con servizi su L’Aquila ripescando vicende datate e alzano un polverone scandalistico sugli effetti derivanti dall’applicazione di ordinanze firmate dall’allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi; situazioni, queste, sempre denunciate dal Comune.
Poi il Ministro Trigilia si esibisce in esternazioni mediatiche su organi nazionali dal messaggio chiaro (basta soldi a L’Aquila, il governo non è il bancomat del Sindaco), salvo poi diffondere una relazione che da ragione al Comune ma la cui conoscenza si consuma solo nella nostra cronaca locale. Infine il Sole 24 ore, giornale di Confindustria, che rilancia un falso e insultante teorema mediatico non risparmiando nulla e lasciando intendere che il terremoto è un magna magna per gli aquilani.
Per la nostra ricostruzione ci vogliono ancora miliardi ma la coperta del bilancio centrale è corta ed allora L’Aquila (per effetto delle vicende di questi giorni) può fermarsi e le risorse siano destinate altrove. Nelle prossime settimane ci sono in ballo 5 miliardi di rientro dalla Svizzera, 1 miliardo minimo deve venire a L’Aquila altrimenti diventa difficile trovare nuove risorse per il 2014 nel mal ridotto bilancio statale. Da qui il discredito: se gli aquilani sono questi, se la classe dirigente locale è questa, allora meglio dirottarli altrove: quante cose si possono mettere a posto con un miliardo in più in un paese che già odora di elezioni anticipate? Ecco perché il Sindaco è d’ingombro, e con esso la Giunta i consiglieri e tutta la classe dirigente che si è sempre battuta per risorse certe e costanti.
Sono d’ingombro forse anche i magistrati e le forze dell’ordine che ieri sono stati baluardo alle penetrazioni della malavita organizzata e che oggi vigilano perché il giusto esercizio d’impresa segua canali trasparenti e di legalità.
Perché è vero che imprese in pre fallimento bloccano i cantieri della ricostruzione, che il Sindaco ha pubblicamente denunciato situazioni dove è stata fatta incetta di contratti non onorabili e di conseguenti cessioni onerose sottobanco tra imprese, certamente non locali; che le norme per far pagare i subappaltatori e i fornitori, la nostra rete economica locale, le abbiamo scritte e presentate in Parlamento con Stefania Pezzopane. Quello che lascia maggiore sconcerto è che ci sono aquilani che applaudono ma non si rendono conto di quello che effettivamente sta succedendo. Però la città ha capito e lo ha dimostrato.
Numeri abissali hanno caratterizzato i due appuntamenti del fine settimana: in migliaia al Parco del Castello a testa alto per difendere L’Aquila e la sua rinascita, poche centinaia (duecento) a piazza Duomo a chiedere la fine del governo cittadino e la venuta di un commissario (del governo) che certamente non starà a battagliare per il miliardo aggiuntivo sul 2014 come non starà a vigliare su quante risorse arriveranno e quanti progetti potranno partire. Ci giochiamo tutto in pochi giorni: risorse, onore, dignità e democrazia.


19 Gennaio 2014

Categoria : Politica
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