Il consiglio regionale compie cinque anni – “Prima di andarvene, pensate alle case”


L’Aquila – NEL QUINTO E ULTIMO ANNO RAPAGNA’ ESORTA L’EMICICLO – (Foto: una storica immagine della seduta inaugurale nel gennaio 2009: subito dopo la nuova sede fu…. chiusa!) – IL consiglio regionale abruzzese si gode i suoi mesi “aggiunti”, e ovviamente i lauti stipendi che nessuno si è mai sognato di ridurre in cinque anni, fino a maggio. Caldi, comodi, ricchi, i componenti dell’assemblea attendono l’agone elettorale.
Il 17 gennaio ha compiuto cinque anni: tenne la prima seduta infatti il 17 gennaio 2009 nella nuova sede assembleare, a L’Aquila, costata una montagna incontrollata di quattrini e subito rivelatasi inadeguata e persino rischiosa, quindi chiusa e ad aprile semidistrutta dal terremoto. Una vicenda oscura, sulla quale sono scesi silenzi pesanti e non sono mai state dette le verità scottanti invise alla politica. Naturalmente, nessuno ha pagato nulla, non sono emerse responsabilità e la politica ha insabbiato tutto.
Perchè la sede era inadeguata? Perchè pur essendo stata ristrutturata in lunghissimi e costosi lovori, fu irreparabilmente danneggiata dal sisma, mentre il palazzo accanto all’Emiciclo, a pochi metri, riportò danni irrilevanti?
I misteri abruzzesi che non saranno mai illuminati annoverano anche questa storia losca.

Di storie assurde, comunque, ne contiamo altre. Molto più attuali. C’è ancora tutto il tempo per un adempimento che a migliaia di abruzzesi appare doveroso: ricostruire le case popolari subito e dire alla gente quando potrà tornarvi. Probabile che anche stavolta l’argomento sarà ignorato da una politica ormai intenta solo nella campagna elettorale. Pio Rapagnà e il Mia Casa non abbandonato il problema ricostruzione delle case popolari.
Il Mia Casa d’Abruzzo “chiede” al Consiglio regionale di approvare una Legge Regionale ad hoc sulla “ricostruzione” degli alloggi pubblici e privati e per la loro “urgente e necessaria” messa in sicurezza antisismica, ed una Legge Regionale per consentire, anche alle famiglie abruzzesi che ne hanno diritto, l’accesso alla proprietà della attuale o altra idonea e dignitosa abitazione, attraverso l’uso del risparmio popolare ed il ripristino del “riscatto graduale” degli alloggi ex-GESCAL.

“Gli altissimi canoni di locazione – scrive Rapagnà – negli appartamenti privati e la “vendita speculativa” degli alloggi pubblici, contestualmente ad una emergenza terremoto che dura ormai da 4 anni e 10 mesi, ha sconvolto la vita di tante famiglie aquilane e abruzzesi, le quali, non avendo avuto in passato i mezzi economici sufficienti per acquistare la loro “prima casa” e non potendolo più fare oggi in ragione della grave crisi economica e delle grandi difficoltà cui devono fare fronte, corrono il rischio di perdere lo stesso diritto di accesso al riscatto, e, attraverso l’uso del risparmio popolare, aspirare alla proprietà della abitazione anche con un “patto a canone sociale”.

Il Mia Casa, in un contesto “drammatico” per quanto sta accadendo a L’Aquila sul piano delle indagini giudiziarie, e in presenza di una conclamata “incertezza delle regole” relative prorio alla “ricostruzione e messa in sicurezza antisismica” della Edilizia Residenziale Pubblica e privata, si rivolge “direttamente” ai Consiglieri regionali ed ai soggetti attuatori della medesima ricostruzione affinchè facciano tutto quanto è di loro rispettiva competenza e responsabilità affinchè si dia finalmente avvio ai lavori di ricostruzione delle Case classificate E di proprietà dell’ATER, degli assegnatari e del Comune dell’Aquila.

Il Mia Casa d’Abruzzo, pertanto, ha chiesto un incontro urgente a L’Aquila sia con il nuovo Provveditore alle Opere Pubbliche Ing. Roberto Linetti, già noto in Abruzzo quale “Responsabile Unico del Procedimento” in alcune importanti opere pubbliche, e sia con la struttura tecnica e operativa del Provveditorato regionale, cui è stata affidata la “ricostruzione pesante” della Edilizia Residenziale Pubblica dell’ATER e del Comune: vogliamo sollecitare ed ottenere una risposta chiara circa le precise competenze dei vari uffici, la presentazione dei progetti e la effettiva disponibilità delle risorse.

Gli Inquilini ancora sfollati, hanno tutto il diritto di sapere “quando e se” inizieranno i lavori, quando si apriranno i cantieri e quando, finalmente, potranno rientrare nelle loro case.

Le Ordinanze della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 3803 del 15 agosto 2009 e n. 3805 del 15 settembre 2009 hanno assegnato 107 Milioni di euro per gli alloggi ATER e 43 Milioni di euro per quelli di proprietà del Comune dell’Aquila, che, sulla base dei piani presentati dai “soggetti attuatori” (Provveditorato – ATER – Comune di L’Aquila) ed approvati dal Commissario delegato per la ricostruzione e Presidente della Regione Abruzzo, sono state così ripartite:

- ATER di L’Aquila: euro 78.070.000,00 di cui euro 23.300.000,00 per edifici classificati A, B e C, ed euro 54.770.000,00 per edifici classificati E;

- ATER di Teramo: euro 4.650.000,00; ATER di Lanciano: euro 855.000,00; ATER di Pescara: euro 9.759.890,00; ATER di Chieti: euro 13.650.000,00;

- Comune di L’Aquila: euro 37.000.000,00; Ex ONPI: euro 5.000.000,00; Comune di Caporciano: euro 200.000,00; Comune di Scoppito: 800.000,00;

Lo “stato di emergenza” dichiarato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 6 aprile 2009, già prorogato con i decreti 17 dicembre 2010 e 4 dicembre 2011, è cessato il 31 agosto 2012. Le residue disponibilità della contabilità speciale intestata al Commissario Delegato sono state versate ai Comuni, alle Province e agli enti attuatori interessati, per le quote stabilite con decreto del Ministero dell’economia e delle finanze, su proposta del Ministro per la coesione territoriale.


19 Gennaio 2014

Categoria : Cronaca
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