Do ut des, c’è chi tiene la bocca chiusa

L’Aquila – La facoltà di non rispondere ad un giudice in un interrogatorio di garanzia è un diritto riconosciuto ovunque, e se ne sono avvalsi, questa mattina, gli indagati Pasqualino Macera, Daniela Sibilla e Vladimiro Placidi. Bocche chiuse. Sono continuati questa mattina, nell’inchiesta “do ut des” (io dò affinchè tu dia, motto latino) su mazzette e tangenti in alcuni momenti della ricostruzione aquilana, gli interrogatori dei coinvolti. Oggi è toccato a coloro che sono detenuti a domicilio, lunedì erano stati sentiti i denunciati a piede libero, che hanno risposto tutti ai magistrati. Pasqualino Macera, all’ epoca dei fatti era funzionario responsabile Centro Italia di Mercatone Uno Spa. Vladimiro Placidi ex assessore comunale alla Ricostruzione dei beni culturali durante l’ultimo periodo del primo mandato del sindaco dimissionario Massimo Cialente nonche’ ex direttore del Consorzio dei beni culturali della Provincia dell’Aquila. All’ uscita dall’ aula l’ avvocato Fabio Alessandroni, che assiste Placidi, ha dichiarato alla stampa: ‘Era un arresto evitabile, avevamo gia’ dato disponibilita’ ad un interrogaatorio. E’ stato disposto oggi. Critico – ha concluso il legale – soltanto questo comportamento da parte della Procura, per il resto nessuna dichiarazione’. Ha accettato di rispondere Pierluigi Tancredi, che bruscamente ad una domanda sui map che avrebbe ricevuto come “dazione” – dicono le accuse – ha risposto: “Non li ho mai visti”.
“Neanche un centesimo e’ stato sottratto alla ricostruzione, questa e’ la cosa e’piu’ importante che devono sapere gli aquilani. Per il resto abbiamo risposto a tutte le domande perche’ siamo tranquilli”. Lo ha detto – riferisce l’AGI – l’avvocato Maurizio Dionisio, legale di Pierluigi Tancredi, uno dei quattro arrestati ai domiciliari “Non esiste un sistema L’Aquila – ha aggiunto – perche’ questa non e’ la citta’ del malaffare”.