Caso Tomeo, sequestro Gdf e denunce


L’Aquila – Ancora una vicenda che getta ombre sulla Provincia. Svolta sulla vicenda denunciata da Massimo Tomeo, imprenditore di Vasto che aveva eseguito in subappalto lavori di messa in sicurezza dell’istituto scolastico “De Nino-Morandi” di Sulmona, affidato dalla Provincia ad un’associazione temporanea di imprese. Tomeo aveva ottimi motivi nella sua disperata protesta, che emergono ora.
Ed è proprio il comportamento della Provincia ad apparire quanto meno irregolare, per il momento.
Tomeo aveva compiuto diversi gesti eclatanti per attirare l’attenzione delle istituzioni pubbliche coinvolte e dei media sul contenzioso in essere tra lui, l’appaltatore e la stazione appaltante per ottenere il pagamento dei lavori da lui eseguiti. Fatti avvenutitra ottobre e dicembre 2013: Tomeo si incatenò davanti alla Provincia di L’Aquila, iniziando lo sciopero della fame e della sete e, ancora, si introdusse nell’edificio barricandosi nell’ufficio del presidente Antonio Del Corvo, fino a minacciare anche atti estremi.
L’imprenditore vastese, infatti, si era rifiutato di sottoscrivere la contabilita’ di cantiere predisposta dalla societa’ appaltatrice, nella quale venivano riportate somme sensibilmente inferiori rispetto alle lavorazioni da lui realmente realizzate, ed aveva emesso i documenti fiscali contenenti le prestazioni e gli importi effettivamente dovuti. Nonostante fosse stata avvisata da Tomeo di quanto stava avvenendo, la Provincia di L’Aquila liquidava e pagava l’ultimo stato di avanzamento lavori alla societa’ appaltatrice, senza accertarsi dell’avvenuta corresponsione, da parte di quest’ultima, del corrispettivo dei lavori eseguiti dall’imprenditore vastese, cosi’ come previsto per legge. I finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria hanno notificato oggi un provvedimento di sequestro preventivo “per equivalente” emesso dal gip del Tribunale di Romano Gargarella, su richiesta del procuratore della Repubblica di Fausto Cardella e dei sostituti Stefano Gallo e Roberta D’Avolio, a carico di una delle societa’, facente parte dell’associazione temporanea di imprese aggiudicataria dell’appalto, e del suo amministratore pro tempore, D.L.A., romano di 52 anni.
Devono rispondere del reato di falso in atto pubblico e truffa ai danni dello stato per aver sottoscritto e presentato stati di avanzamento lavori relativi all’istituto scolastico di Sulmona ideologicamente falsi, al fine di percepire un importo maggiore di quello effettivamente dovuto, documentando alla stazione appaltante lavorazioni in realta’ mai eseguite. Sono altresi’ indagati per concorso nei fatti illeciti anche V.S., 57 anni di Accadia (Foggia), direttore generale pro-tempore della Provincia di L’Aquila, ed E.P., 62 anni di Sulmona, responsabile unico del procedimento dell’appalto.
Tomeo, infatti, oltre a portare avanti le sue rivendicazioni nel contenzioso aperto con la Provincia per ottenere il pagamento delle sue spettanze, si era – a suo tempo – rivolto alla Finanza di L’Aquila per denunciare carenze strutturali nelle opere di messa in sicurezza, eseguite nell’edificio scolastico, e diverse falsita’ sulla rendicontazione documentale dei lavori svolti, poste in essere dall’impresa appaltatrice e dalla direzione dei lavori. Mentre per quanto concerne il primo aspetto, la Procura della Repubblica di L’Aquila ha incaricato due periti di verificare la tenuta strutturale dell’edificio e gli accertamenti sono ancora in corso, per cio’ che concerne le lavorazioni certificate, le indagini dell’ autorita’ giudiziaria condotte dai finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria di L’Aquila, hanno appurato che risultano rendicontati ed erogati importi per lavori mai eseguiti per un corrispettivo di 250mila euro.A tale risultato si e’ giunti all’esito di esami testimoniali e documentali che hanno riscontrato la sussistenza di artifizi e raggiri per indurre in errore l’ente erogatore dei fondi. Da cio’ e’ conseguita l’iniziativa della magistratura, tesa a reperire e sequestrare una somma equivalente al danno sofferto dall’ente pubblico.I finanzieri, nel corso dell’operazione, hanno sequestrato, tra l’altro, le partecipazioni societarie in altre imprese riconducibili all’amministratore pro tempore della societa’ appaltatrice, la somma rinvenuta su diversi conti correnti della societa’ coinvolta e del suo amministratore ed alcuni autoveicoli.


15 Gennaio 2014

Categoria : Cronaca
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