I difficili giorni dell’Aquila
Le dimissioni del sindaco non sorprendono. Aprono invece un problema di successione che richiede la massima decisione e celerità negli adempimenti, il che appare davvero ostacolo insormontabile. Cialente dice che confermerà il suo commiato non appena gli assicureranno che si potrà votare il 25 maggio, nell’election day. Per primo lui sa benissimo che è ben difficile pensare ad una strada così snella e semplice. Qui si tende sempre a complicare tutto, figuriamoci un guazzabuglio come quello che c’è a L’Aquila.
Inoltre non bisogna trascurare l’obiettiva difficoltà di un voto triplice per gli aquilani: regionali, europee, comunali. Sai che groviglio con le schede, con la campagna elettorale, con le sarabande dei candidati. I partiti sono le case dell’incertezza e del conflitto, figuriamoci quanto lo saranno di più di fronte a candidature a raffica pretese o urlate.
Diciamo senza temere di sbagliare che questi sono i giorni difficili dell’Aquila. Lo sono da quasi 5 anni, di mese in mese, sempre e per ogni cosa, a cominciare dalla ricostruzione. Da stasera si complicano. Subire un commissario per quel che resta fino alle elezioni sarà il male minore. Subire le ire, i veleni, le baruffe feroci, le isterìe dei troppi galli a cantare, sarà il male peggiore. L’Aquila, dimostra di che pasta sei fatta e fallo subito. La gente si giudica da come sa uscire dai pasticci. E gli aquilani ci si trovano. Ma forse sarà bene attendere gli eventi. Restiamo tutti calmi e spegniamo lo scaldino del sangue. Anche i giornalisti, perché no.
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