CIALENTE SI DIMETTERA’ – Letta e il PD convocano L’Aquila, Pezzopane si ribella a Trigilia – Sui muri: “dimettiamoli”
L’Aquila – Nel tardo pomeriggio, in una conferenza stampa convocata urgentemente qualche ora prima, il sindaco Massimo Cialente ha detto che ha deciso di dimettersi, sorprendendo tutti, visti i consensi e le esortazioni a rimanere che erano giunti da più parti. Se le dimissioni saranno confermate, anche a L’Aquila si dovrebbe votare per il Comune il 25 maggio prossimo, quando si andrà alle urne anche per la Regione e altri comuni. E’ stato lo stesso sindaco a chiarire che formalizzerà le dimissioni quando sarà sicuro che si voti il 25 maggio prossimo. Parole amare del primo cittadino (eletto nel 2007): “Mi sento un ostacolo, il ministro Trigilia mi ha mollato, temo di nuocere rimanendo. Sono stato non solo mollato, ma anche lasciato solo”. In centro, in serata, c’era stata un’assemblea cittadina molto nervosa con invettive verso la politica, e in tanti se l’erano presa anche con il sindaco.
LA CRONACA DELLA GIORNATA – Ecco riassunta la cronaca della giornata, come l’abbiamo riferita a mezzogiorno: “Con Cialente ce l’hanno alcuni, e scrivono sui muri “dimettiamoli”, ma molti altri lo esortano a restare e a fare il sindaco, proprio adesso che la situazione si fa esplosiva e che a Roma c’è qualcuno che ridacchia e dice: “Eccoli, questi piagnoni di aquilani che chiedono soldi…”. Frasi che feriscono, sentite nel mondo politico romano dalla senatrice Pezzopane mentre le agenzie e i siti sfornavano le notizie sugli arresti eccellenti.
C’è una petizione contro il sindaco (con alcune centinaia di firme), ma c’è anche chi su Fb gli esprime solidarietà . Ovvio che in un momento tanto difficile, ci siano tante teste e tante sentenze. Non potrebbe essere altrimenti.
Ma ci sono anche fatti nuovi. Il premier Letta riceverà Cialente (che con la Pezzopane gli aveva chiesto un incontro già da tempo) e altri esponenti aquilani martedì. Poi tutti saranno a colloquio con i vertici nazionali del PD, quindi presumibilmente anche Renzi, il quale dovrebbe essere in visita a L’Aquila entro gennaio. Lo aveva promesso prima di salire in serpa come segretario.
A L’Aquila e in Abruzzo, il sottosegretario Legnini si adopera per calmare tutti e riportare un po’ di sano raziocinio tra i fervori non sempre obiettivi della politica. Il PD abruzzese è con Cialente, lo spalleggia, fa notare che gli indagati rispondono per quanto hanno fatto – secondo le accuse – personalmente. Il sindaco non può pagare i conti di altri. Le eventuali responsabilità penali sono personali.
Porta oggi un contributo si lucidità la senatrice Stefania Pezzopane, la quale alle telecamere e ai taccuini frementi dei cronisti in cerca di scoop a tutti i costi, dice: “Prego Massimo di restare, di fare il sindaco. Abbiamo ricevuto una coltellata alle spalle, e il momento è difficile, drammatico. I commenti che ho percepito a Roma sono offensivi e feriscono. Ma io e tutti, con il sindaco, intendiamo continuare, anzi intensificare, la battaglia per la ricostruzione, dare fortissimi segnali. Parleremo con Letta, spiegheremo tutto. Quanto al Ministro Trigilia, sono offesa, ma non intendo più sopportare. Presenterò un’interrogazione su di lui e su quello che dice dell’Aquila senza neppure sapere quanti soldi sono stati spesi e quanti ne occorrono ancora. Trigilia non può raccontare in giro cose assurde, non sa nulla e dice tutto. La ricostruzione? Alzeremo la voce più di prima. Ci dicono: sapete solo chiedere soldi. Sì, è proprio così, li chiediamo e continueremo a chiederli fino a ricostruzione avvenuta”.
Calma ma decisa, la Pezzopane mantiene il controllo e l’equilibrio. Tra tanti isterismi, sa quale comportamento avere.
La parola a Letta, dunque.
L’INCHIESTA – Va avanti e probabilmente riserverà altre sorprese. Oggi è stata sentita in qualità di persona informata dei fatti, o almeno di un fatto, la dottoressa Sabrina Cicogna, a proposito del progetto riguardante un suo immobile in centro. Peraltro non ancora agibile. Dietro quel progetto, una inquietante storia di soldi promessi, da spartire, decine di migliaia di euro. Per le persone o per i partiti? Da vedere. Tutto alle spalle della Cicogna e soprattutto della città . Certo non il solo caso. Uno dei tanti, a quanto pare. E uno dei tanti edifici che non sono stati ricostruiti. Ora è più chiaro, forse, anche perchè tanti ritardi e tanti problemi. L’odore dei soldi. E siamo appena all’inizio di una storia che appare sordida, offensiva per la città onesta, che giustamente è infuriata e rischia di diventare anche qualunquista bruciando tutto e facendosi del male.
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