Trigilia “non poteva non sapere”


L’Aquila – Scrive Emidio Di Carlo, giornalista indipendente: “Quello che fa la differenza fra un giornalista d’altri tempi e quello attuale è il modo di fare informazione; il primo ha imparato ad indagare sui problemi a tempo dovuto, il secondo piagnucola il giorno dopo. E’ questa una differenza arguta sottolineatami dal CIA, il Sindaco che non vede e provvede poiché incollato alla poltrona. Dalle pagine sul “Centro” a quelle su “il Giornale” colpisce il comune modo di fare informazione il giorno dopo.
Il nuovo costume politico-amministrativo di casa nostra imperversa e cresce grazie ad un’informazione che non si è chiesta quale sia stata la ragione del mancato arrivo del Ministro Carlo Triglia a L’Aquila. Lo “riveliamo noi”. Un attento informatore ha consigliato il Ministro di starsene alla larga da L’Aquila perché stava per accadere ….. Ora che tutto è allo scoperto, possiamo affermare: l’informazione del giorno dopo è servita; anche con tanto di figuracce internazionali o tradimenti come si giustifica il CIA. Pertanto, la ricostruzione dovrà attendere. Ecco un’altra prova che mi tocca personalmente. Negli ultini quattro anni ho presentato denunce come cittadino terremotato, ma senza avere risposte dal Capo dello Stato, dai vari uffici della Ricostruzione, (Comune con il CIA in testa), dalla Guardia di Finanza, dalla Procura della Repubblica. Sono, inoltre, trascorsi 13 mesi dalla riconsegna delle chiavi per una casa dichiarata agibile ma che presenta: un’intera parete (Terra-cielo) non in sicurezza; contrazioni nel volume e nella superficie; lavori approssimativi e non ultimati; con un rapporto spesa-beneficio che grida letteralmente vendetta.
Tutto questo nella “chiara intesa” tra Committente (Consorzio 201 di Pettino), Tecnico e Impresa appaltante; senza che vi siano stati riscontri e il coinvolgimento da parte del Presidente della Cooperativa associata ed, in particolare, dell’assegnatario-proprietario dell’immobile, la cui reposabilità diretta non può certamente essere esclusa in un contesto a proprietà indivisa. Codice alla mano, allora: lavori di messa in sicurezza dell’immobile(documentati anche fotograficamente) non completati; disparità di trattamento del socio nell’ambito del Consorzio, violazione della privacy; omissioni di atti d’ufficio, abusi di potere del Committente; illeciti arricchimenti per le varie parti, non esclusa l’associazione per delinguere; questo e non so quant’altro possa essere rilevato da una Magistratura che non può non pensare che oltre alle bottiglie di spumante confezionate con carta moneta, vi sono altri “oggetti” che si possono confezionare per inviare omaggi di simpatia.


09 Gennaio 2014

Categoria : Dai Lettori
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