Apprezzamenti a Chiodi da Stoccolma
Stoccolma (Svezia) – Scrive Giovanni Di Simone (foto) esprimendo apprezzamento per il presidente Chiodi: “Caro Direttore, vivendo in Svezia inevitabilmente se ne assumono usanze e comportamenti , e ,rientrando dopo anni a Goriano Sicoli, per prima cosa mi fermo in piazza per riprendermi un buon caffe´ al bar centrale , e visto che in Svezia tutti fanno la fila , per automatismo culturale , come in Svezia, mi vado a posizionare in lineare collocazione geometrica, immediatamente dietro le spalle di tale Pasquale detto Benedettone che stava tranquillamente pagando alla cassa ,onde aspettare il mio turno; succedendo pero´ che avvertendosi dietro una presenza minacciosa Pasquale fa´un balzo felino laterale e mi si si gira
gia´ impallidito di fronte dicendomi dopo avermi riconosciuto “ ue´ ma all´estero che sei uscito pazzo?”-
Oltre questo inconveniente di vita per il rischio di rimediarci una gomitata al muso ;se per differenza la fila alla svedese da noi e´una fortissima meleducazione poiche´ per migliore usanza e´piu´proprio mettersi dietro ad un altro un po´di lato in modo da essere visto con la coda dell´occhio e non dare adito ad interpetrazioni; per me od un altro qualsiasi abruzzese per la condizione di emigrante, non ve ne sono stati altri-
Nessuno mi ha costretto ad andare all´estero , nessuno mi ha mai richiamato perche´la mia assenza in Patria si capisce , quando ho volonta´di ritornare al Brennero od a Fiumicino nessuno non ti punta nessuna baionetta che ti impedisca il rientro ,se vado al bar o ristorante a Cepagatti o Villetta Barrea mangio e bevo ugualmente come a New York senza che nessuno abbia interesse a domandarmi alcunche´ ,percio´non si comprenderebbe l´accorgimento Regionale del CRAM verso il lamento dei corregionali esteri quando qualora non vi trovino agio e non ci intendono ulteriormente permanere nessuna legge gli impedisce di ritornarsene liberamente al paese loro , ove , neanche gli chiederanno dove siete stati tutto questo tempo , perche ´neanche se ne sono avvisti che erano partiti-
Caro Direttore gli abruzzesi di nascita ai quali la Regione Abruzzi ha concesso il privilegio di un ambasciatore supplementare in Svezia siamo 6 , anzi se si toglie per logica l´ambasciatore , che proprio in quanto tale non puo´ proprio esserlo di se stesso ,rimaniamo in 5 ,oltre me ,contando, gli altri sono
Marietto Malatesta di Giulianova, che emigro´ a Stoccolma da Hannover dove negli anni 50 lavorava in una impresa di palificazione telefonica , perche´ci venne in ferie ed ebbe subito uno strepitoso successo giornaliero con le donne tanto che non torno´piu´in Germania(almeno cosi´mi ha detto)
Erminio De Matteis di Prata d´ Ansidonia ora lavoratore in pensione e quantomai patriottico e simpatico
Antonio Marinilli di Anversa degli Abruzzi che lavora tuttora all´ICE ed ufficio commerciale
dell´Ambasciata ed e´la persona piu´ in vista e conosciuta anche come riferimento commerciale per le esportazioni da parte delle nostre aziende , e, solo ad accennargli di associazioni culturali abruzzesi ti risponde “ e chi ci ha tempo, ma non ci ho tempo, e chi ci ha tempo”
Silvio D´Amico di Loreto Aprutino segretario generale della Associazione Abruzzesi di Svezia ed in ultum Luciano Mastracci (che viene dalle parti di Enzo Alloggia ) conosciuto di piu´ come un bravo cristo che si e´guadagnato da vivere cantando la sera nelle trattorie e nei ristoranti col nome d´arte De Strimpellis che per aver scritto la favola per bambini “Asinello Vecchierello” e Presidente della Associazione , membro del CRAM e come dicevo onorificato del titolo di Ambasciatore d´Abruzzi in Svezia come dal sito www.aaias.biz ove anche si evince che la attivita´principale alla quale e´stata necessariamente rimodellata questa istituzione regionale e´quella di offrire a pagamento spettacolini di arte varia negli asili e luoghi simili con l´orchestra strimpellina ma al punto tale che oggi ,come leggo sul giornale, con altera sesquipedalita´letteraria tuona insieme con Palmerini verso le sconcertanti parole di Chiodi decisamente espresse, insieme con il taglio capitale dei fondi, contro le gite ed i convegni incomprensibili del CRAM a spese del contribuente abruzzese, quando, proprio in Svezia , gli emigranti dalla Regione Lombardia sono migliaia e migliaia reclutati dal 1947 tra i disoccupati delle fabbriche metalmeccaniche distrutte dalla guerra ,gli emigranti dalla Regione Liguria sono anche per lo stesso motivo migliaia, ugualmente dalla Regione Lazio vi sono migliaia di emigranti, sia una forte colonia storica da San Biagio Saracinesco, (anzi San Biagio a San Biagio non c´e´ piu´perche´sono ormai tutti in Svezia ) che tantissimi da Terracina , ove pero´nessuna di queste tre Regioni ha associazioni regionali in Svezia sostenute con il proprio bilancio interno ne´hanno altresi´ nominato ambasciatori, ma soltanto stranamente gli Abruzzi,benche´ altrettanto tutti gli emigranti da ogni Regione fanno riferimento alla unica Societa´Assistenziale Italiana che seppur nelle perpetue diatribe tra terroni e polentoni ,esiste indistintamente per tutti dal 1907.
Caro Direttore , la caduta di L´Aquila non ha lasciato insensibile nessuno a nessun livello ne´ in Italia ne´ tra gli italiani all´estero e da tutti abbiamo ricevuto solidarieta´ed aiuti in varie forme ma, proprio i circoli di donne abruzzesi di antica emigrazione in USA ed in Canada´ che hanno raccolto fondi per gli orfani del sisma hanno per evidente prudenza preteso di venire a consegnare lorostesse le integre somme nelle mani dei bambini uno per uno , scansando la lungimiranza amministrativa dei componenti delle commissioni ,il monitoraggio dei delegati, la supervisione delle assemblee ,etc. etc. perche´ presumibilmente per esperienza comprendono che il problema non sono mai stati gli emigranti in se ma i comitati e le associazioni che ci hanno da sempre girato attorno sia che si chiamino la mano nera o che si chiamino il CRAM-
Percio´ esprimo al contrario personale apprezzamento per le parole di Chiodi che ritengo finalmente giuste e necessarie auspicandomi che abbia appreso la lezione delle nostre corregionali americane e la applichi non solo in questo episodio ma come regola futura per restituire fiducia e credibilita´ all´Ente che presiede sbarazzondosi con la stessa sbrigativita´ di ogni altro organismo intermediario interno che serve agli abruzzesi in Patria come serve il CRAM per gli abruzzesi agli estero”.
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