Difficile rimanere impassibili
Nelle inchieste i bravi cronisti, consapevoli del fatto che pochissimi conoscono leggi e procedure (la scuola non insegna nulla di queste cose nella “patria del diritto”), specificano sempre che chi è indagato, non è condannato, e che chiunque resta innocente fino alle prove definite e alle sentenze definitive. In questa ennesima tempesta giudiziaria, che coinvolge politici (non di primo pelo, riciclati), tecnici, affaristi e compagnia poco bella, è difficile restare impassibili narratori dei fatti e ribadire le garanzie a chi è nel mirino della Procura.
Forse è giusto dire, con il sindaco, che occorre indagare su tutti e su tutto, dentro e fuori dal comune. Forse ha ragione la Pezzopane con manifesta amarezza e delusione profonda. O dice bene PRC chiedendo dimissioni e sostituzioni a tutti i livelli.
Ma soprattutto, ci pare, ha ragione la gente aquilana schifata da quanto avviene, ferita da chi è accusato di aver congiurato per fare affari sulla distruzione. La città piangente, ferita, abbattuta, disoccupata, smarrita, annaspa per tenere la testa fuori dall’acqua. Limacciosa acqua. E c’è (speriamo siano tutti innocenti, bisogna dirlo) chi pensava, e forse ancora pensa, a lucrare?
Quelli che ridevano la notte del sisma, lo facevano da estranei, perchè non aquilani e non abruzzesi. Ignobili, ma estranei. La loro risata echeggia oggi grottesca e irrisoria, beffarda e crudele: ridevano della città e dei suoi cittadini. Li prendevano in giro, dicevano loro: non sapete quanto sarete umiliati e calpestati da voi stessi. Oggi gli aquilani cerchino la forza di sostenere gli onesti, e vituperare i felloni.
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