Il prof. Nigro guest editor scientifico
L’Aquila – Il supplemento di dicembre 2013 (Prenatal therapy of congenital cytomegalovirus infection) della rivista Clinical Infectious Diseases è dedicato alla terapia prenatale dell’infezione congenita da citomegalovirus (CMV). Il Prof. Giovanni Nigro, foto, Professore di Pediatria del Dipartimento Universitario di Medicina Clinica, Sanità Pubblica, Scienze della Vita e dell’Ambiente e Direttore della Clinica Pediatrica dell’Ospedale S. Salvatore, oltre che uno degli autori, è il “Guest Editor” dell’importante volume, avendone coordinato anche la stesura degli articoli dei più grandi scienziati nel settore, prevalentemente americani. Si tratta di un evento di notevole rilevanza, in quanto viene ufficializzata la possibilità di prevenire sia l’infezione che soprattutto la malattia citomegalica congenita. L’infezione congenita da CMV,
poco conosciuta e sottodiagnosticata, colpisce circa l’1% dei neonati.
La trasmissione avviene dalla madre al feto, con conseguenze talora molto gravi, soprattutto se avviene nei primi 4 mesi di gestazione. Il CMV è un herpesvirus che, una volta contratto, rimane latente nell’organismo, pronto a riattivarsi in seguito a una
riduzione delle difese immunitarie. Per questo, il CMV è considerato il primo responsabile di malattie gravi,
talora mortali, nei soggetti immunodepressi quali trapiantati o affetti da AIDS. Tuttavia, il feto non ha difese
immunitarie valide, per cui il suo organismo è privo di ogni tipo di protezione in seguito a trasmissione del
virus dalla madre infetta. I rischi per il nascituro sono numerosi e vanno dai problemi neurologici, come il
ritardo mentale, i disturbi psicomotori, le sindromi spastiche, la sordità, ai disturbi più o meno seri
dell’apparato gastroenterico, fino ai danni alla vista e agli occhi. La trasmissione del virus avviene
soprattutto per via diretta, attraverso il contatto con la saliva, il sangue, le urine di soggetti, generalmente
bambini che eliminano il virus per anni con le secrezioni senza presentare segni tipici d’infezione (come
l’herpes labiale o la varicella), e i rapporti sessuali.
Non c'è ancora nessun commento.