Biglietto unico, ci sarà veramente?


L’Aquila – (Immagine: il biglietto unico esiste in Campania) – Tra le ultime decisioni del consiglio regionale nel 2013, l’accoglimento di una proposta del PD per il biglietto unico in tutto il territorio abruzzese, argomento del quale abbiamo riferito nei giorni scorsi nelle cronache dell’attività politica. Una notizia di rilievo, perché, anche a giudizio dei sindacati dei trasporti, dovrebbe consentire in sostanza l’acquisizione di titoli di viaggio utilizzabili sia per i treni che per le linee servite da mezzi su gomma. Simili innovazioni sono sicuramente utili per l’utenza del trasporto, facilitano l’utilizzo dei mezzi e quindi rendono più agevoli gli spostamenti su mezzi pubblici, alleviano i costi e rendono meno complicata la vita ai viaggiatori, specie coloro che sono costretti per lavoro o studio a muoversi quotidianamente.
Ma in Italia, e l’Abruzzo non fa certo eccezione (anzi…) c’è spesso un abisso tra le buone iniziative e l’attuazione delle innovazioni mirate ad una maggiore economia dei servizi e al miglioramento dell’offerta. In altre parole, troppo spesso la politica e la burocrazia ci hanno insegnato che si “sparano” le iniziative a beneficio della propria immagine solo a fini politici ed elettorali. Specie nell’imminenza delle consultazioni, come nel nostro caso: si vota per la Regione a maggio.
Per attuare il biglietto unico la Regione si è riservato un anno di tempo. Se mai ci sarà, lo vedremo infatti alla fine del 2014. Per tutti è sicuramente, sul piano teorico, un passo avanti. Ma per attuare l’innovazione (che in altre regioni già esiste) occorrono due adempimenti di grosso profilo: il riordino e il coordinamento tra le aziende di trasporto (innanzi tutto quella regionale, l’Arpa, che soffre di gravi problemi di bilancio), e la creazione di un bacino unico dei trasporti. Due problemi sui quali si potrebbe perdere davvero molto tempo. Esistono forti interessi sotterranei, campanilismi, bilanci da esaminare, verifica delle effettive esigenze del territorio, studio dell’economicità di certi collegamenti. Esistono soprattutto la campagna elettorale che sta per cominciare, le candidature, l’impegno dei politici per i propri tornaconti elettorali e non per la collettività. Esiste il problema (per ora solo posto) delle competenze del consiglio regionale nei 90 giorni che precedono il voto. C’è chi pensa che, in sostanza, i consiglieri vivranno una sorta di proroga da adesso a maggio: percepiranno gli stipendi, ma produrranno ancora meno del poco che hanno prodotto in cinque anni.
Al sì apprezzabile dell’aula dell’Emiciclo al biglietto unico, dunque, dovrebbero seguire subito atti concreti e adempimenti impegnativi per arrivare ad un risultato autentico. E su questo, tutti nutrono seri dubbi e ampie perplessità. A cominciare proprio dai sindacati del trasporto.


05 Gennaio 2014

Categoria : Cronaca
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