Ofena: “Dov’è la trasparenza comunale?”


Ofena – Il Cospa Abruzzo di Dino Rossi si è rivolto al difensore civico e al prefetto dell’Aquila accusando il Comune di Ofena di ignorare le regole sulla trasparenza. Ecco il testo dell’esposto di Dino Rossi: “Come già relazionato con la dott.ssa Laglia dell’ufficio del Difensore Civico, si inviano le richieste inoltrate al Comune di Ofena, con i relativi dinieghi posti dalla Segretaria comunale dott. Maria Pascarella e dallo stabile comunale: a nostro avviso sono esagerate tutte le motivazioni per quanto riguarda le richieste degli atti relativi alla messa in sicurezza della strada XX Settembre ed i lavori eseguiti per rendere abitabili gli appartamenti ex ANAS visto che sono stati spesi soldi pubblici. Non si capisce per quale motivo la Segretaria comunale si arrampica sugli specchi per cercare di trovare appigli allo scopo di perdere tempo e per non parlare dei documenti richiesti al Comune di Ofena, quindi al Sindaco, per le ordinanze emesse per la chiusura di alcune strade dopo il sisma del sei aprile. Le ordinanze di chiusura sono state emesse molte a distanza di mesi l’una dall’altra, come se di terremoti ce ne fossero altri. Questo comportamento da latitante ha messo a rischio l’incolumità dei cittadini e continua la latitanza nel rispondere alle legittime richieste di codesta associazione, come si evince dalla firma in calce dai documenti allegati, risponde è lo stabile Comunale al posto del Sindaco. Questo atteggiamento mette in dubbio le spese effettuate per i lavori post-terremoto , visto che per la messa in sicurezza di un fabbricato in Via XX Settembre, di proprietà di un associato di codesta associazione, sono stati spesi la bellezza di 57.927,20, per un lavoro provvisorio, composto da un impalcatura la cui posa in opera costa circa 3.200,00 €, mentre per i sei cavi di acciaio lunghi 10m cadauno, con le relative piastre di ancoraggio dovrebbe costare intorno ai 5.000,00 compreso la posa in opera: dove è finita la restante somma? Un lavoro provvisorio, costato migliaia di euro, il quale dovrà essere rimosso visto che i cavi di acciaio attraversano i vani abitativi e potrebbero essere usati per appendere le salsicce per la stagionatura, non beneficiano e non alleviano i lavori al proprietario per le opere di ristrutturazione. Per quanto riguarda la restauro delle case ex ANAS, sono arrivati preventivi di 100.000,00 più bassi, di quello scelto a trattativa privata e misteriosamente non sono stati presi in considerazione.
Di conseguenza, per un trattamento equo tra i terremotati ofenesi a quelli aquilani, per la tutela degli stessi che andranno ad occupare gli appartamenti ristrutturati dal Comune di Ofena e per una maggiore trasparenza dei soldi pubblici spesi per il post-terremoto, ci è sembrato opportuno fare chiarezza richiedendo documenti che riportiamo in allegato, mentre il Comune e la Segretaria dott. Maria Pascarella cercano di oscurare tutto nascondendosi dietro futili motivazioni”.


09 Novembre 2009

Categoria : Cronaca
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