Medicina e sanità, tagli insopportabili – Il sindaco chiede di essere consultato dalla ASL


conf-stampa-ateneo-sanitaL’Aquila – “Chi sottovaluta Medicina, sottovaluta l’Università, che invece è e resta la risorsa principale del territorio, con 28.000 iscritti (14.000 non abruzzesi) di cui 5.000 a Medicina”. E’ fermo il rettore Ferdinando di Orio, che oggi ha espresso gravi riserve e totale disaccordo con il piano industriale della ASL con tagli, ridimensionamenti, accorpamenti di reparti sanitari. Con di Orio la preside di Medicina Grazia Cifone, i professori Carlo Spartera e Gaspare Carta (Chirurgia vascolare e ginecologia), il direttore dell’ateneo Filippo Del Vecchio. Nel piano, ci sono state “sottovalutazioni e dimenticanze ed esso è stato elaborato senza neppure consultare Medicina e l’ateneo”. Il loro parere sarebbe invece stato indispensabile. C’è incapacità di dialogo con le istituzioni. Ma la cosa più grave è che Medicina ha perso tre scuole di specializzazione, esistenti invece a Chieti, il che vuol dire che diminuiscono le possibilità di iscrizione alla facoltà: tutti coloro che si sentono vocati a certe specializzazioni, che non esistono più, sceglieranno altri atenei. Per il rettore, come per la Cifone, questo è una danno al territorio e non si possono accettare decisioni che passano sulla testa di tutti, imposte, assunte senza sentire nessuno. Viene prima il bilancio sociale e scientifico, poi quello dei soldi.
La preside Cifone ha ribadito timori già espressi: c’è rischio per l’intera facoltà, c’è rischio per l’ateneo aquilano. Il documento dell’università ha anche denunciato senza mezzi termini “le condizioni in cui versano alcune unità complesse universitarie del presidio ospedaliero S.Salvatore”: spazi ridotti, contiguità che generano attriti e problemi non solo per i medici e il personale, ma anche per i degenti. Eppure si tratta di reparti di assoluta eccellenza, scelti anche da utenti esterni di altre regioni e altre città. Il consiglio di facoltà, è bene ricordarlo, ritenendo non condivisibile il piano industriale della ASL “basato su dati non veritieri e facilmente controvertibili” lo ha respinto in ogni sua parte. Conflitto aperto tra il mondo accademico e la ASL, disagi, preoccupazioni e possibile scadimento del livello della sanità pubblica, nonostante vi siano medici e personale di assoluta qualità. E’ così che si cresce in questa città? Qualcuno ha dimenticato la vecchia convinzione: chi tocca l’Università, compie il maggiore degli errori possibili.

Cialente su piano industriale ASL
Un incontro con il Comitato ristretto dei sindaci della Asl aquilana per avviare un confronto sul piano industriale per l’azienda sanitaria locale. E’ quanto ha chiesto il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, presidente dello stesso Comitato, in una nota inviata al Commissario governativo ad acta per il piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario Gino Redigolo. “Ho avuto notizia – scrive il primo cittadino – che la S.V. sta redigendo il nuovo piano industriale per la Asl dell’Aquila. Con la presente – prosegue la nota – le rivolgo dunque cortese richiesta nel caso, come credo, ella vorra’ aprire un confronto a tale scopo attraverso lo strumento delle consultazioni, di voler avviare le stesse attraverso un incontro con il Comitato Ristretto dei Sindaci della Asl aquilana, che mi onoro di presiedere”. “Ritengo importante – ha spiegato Cialente – avviare un momento di confronto operativo e di reale concertazione rispetto al futuro di un settore di interesse strategico come quello della sanita’, duramente provato da anni di malagestione di cui sono sempre i cittadini a fare le spese”.

Carta su Ginecologia
Scrive il prof. Gaspare Carta: “La crisi della Ginecologia ed Ostetricia, è bene chiarirlo subito, è soprattutto una crisi di crescita e di sviluppo. La Ginecologia ed Ostetricia dell’Aquila ha raggiunto recentemente traguardi che non erano mai stati raggiunti in passato, sia per quanto riguarda l’Ostetricia (sono stati ampiamente superati i mille parti nel 2008) sia per quanto riguarda il numero di interventi chirurgici ginecologici: la Ginecologia Universitaria ha quasi triplicato il numero di interventi in un anno registrando una mobilità attiva da tutto il Centro Italia. Avremmo potuto fare anche di più perché c’è una grande richiesta di ricevere prestazioni presso la nostra Unità Operativa. Purtroppo, non possiamo soddisfare appieno tale richiesta per gravi carenze strutturali e di organico.
Chiunque, in questi ultimi mesi, si sia trovato a frequentare il reparto, come degente o visitatore, si è accorto che vi è una grave situazione di sovraffollamento e che il personale infermieristico e paramedico è costretto a sottoporsi a un tour de force impressionante per garantire un’assistenza qualificata.
Disgraziatamente, per una serie di motivi, in parte anche di natura economica, i vertici aziendali non sono stati in grado di offrire risposte adeguate a questa crisi di crescenza.
La Ginecologia è collocata in una posizione infelice, molto distante dal blocco operatorio principale per cui il personale paramedico deve percorrere corridoi sterminati per trasportare i pazienti.
Vi sono due unità operative di Ginecologia ed Ostetricia, quella universitaria ed ospedaliera, che sono collocate sullo stesso piano, a stretto contatto di gomito. Ciò crea inevitabilmente frizioni, se non altro per la necessità di condividere e contendersi spazi insufficienti. Desidero sottolineare che ho grande rispetto per i colleghi ospedalieri e che non giova a nessuno rimarcare una netta dicotomia tra universitari ed ospedalieri.
I posti letto sono totalmente insufficienti.
I problemi principali riguardano in questo momento il personale medico.
La Clinica Universitaria ha solo tre medici che fanno turni di guardia inaccettabili. Fino al mese di dicembre dell’anno scorso la Clinica poteva contare sul supporto di un altro medico con cui era stato stipulato un contratto scaduto a dicembre e che la ASL ha deciso di non rinnovare .
La conseguenza del mancato rinnovo è stata che i medici universitari hanno dovuto sobbarcarsi un numero di ore di servizio molto superiore rispetto a quello dovuto, a scapito delle attività didattiche e di ricerca che rappresentano un dovere istituzionale degli universitari e a detrimento delle altre attività assistenziali (ambulatori, lavoro in corsia, in sala operatoria, ecc).
Di fronte alla richiesta di una più equa distribuzione dei turni di guardia interdivisionale tra le due unità operative, ci è stato risposto che un’eventuale ridistribuzione avrebbe potuto implicare una riduzione del numero di posti letto della Clinica!
Questo atteggiamento punitivo e provocatorio è profondamente ingiusto essendo rivolto verso medici che hanno dimostrato di sapere e di volere lavorare nell’interesse dell’Azienda e della Città. Ma è soprattutto ingiusto verso le donne aquilane che potrebbero vedersi costrette a rivolgersi ad altre strutture, in altre città, considerando che abbiamo già liste di attesa di mesi. Trovo ciò inaccettabile! E si badi bene, rivolgersi a un’altra struttura in molti casi significa varcare i confini della Regione perché alcuni tipi di interventi, eseguiti presso la nostra struttura universitaria, non vengono eseguiti in altri ospedali abruzzesi.
Ma non mi arrenderò. Sono orgoglioso di prestare servizio in un Ospedale come il San Salvatore in cui operano, nei vari reparti e servizi, colleghi ospedalieri ed universitari di grande valore e mi batterò per qualificare sempre di più la Ginecologia.
Lancio un messaggio accorato ai nostri politici ed amministratori affinchè si interessino ai problemi esposti ed intervengano fattivamente e concretamente per risolverli. Spero che intervenga anche l’Assessore alla Sanità che ha dimostrato di essere persona molto attenta e costruttiva”.


03 Aprile 2009

Categoria : Cronaca
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