Regione, giocano con gli emendamenti mentre l’Abruzzo affonda, arretra e si disfa


L’Aquila – ASTRALE DISTANZA DELLA POLITICA DAL MONDO REALE – ANCORA RINVII DOPO RINVII, ORA SI PARLA DELLE 20 – ll mare c’è ed è anche in tempesta: quello della politica regionale, naturalmente. Ma non è una tempesta autentica: è la solita pantomima di fine anno. Giocano con gli emendamenti, indomiti volti accigliati di oppositori annunciano che ce ne saranno migliaia. Quintali di carta sprecata. Pacchi di noia per i cittadini abruzzesi che si tengono accuratamente lontani dai palazzi della recita. Sanno, quei pochi che hanno letto qualche libro, che l’era di Pericle non è cosa abruzzese… E’ anzi, secondo i sindacati, l’era del decadimento, del crollo industriale, della disoccupazione al 40% per i giovani, della cassa integrazione a milioni di ore. Di una minacciosa deindustrializzazione, di uno sgretolamento strutturale. Inoltre, i rendiconti degli anni scorsi non sarebbero a posto, quindi i conti di quest’anno si baserebbero su dati da verificare. Un groviglio indistricabile, davvero sanscrito per i cittadini.
Dopo i rinvii a ripetizione di ieri, il consiglio regionale si prepara ad affrontare, se nulla cambierà in corso d’opera durante queste ore, qualcosa come 1500 emendamenti (che potrebbero crescere di numero) dell’opposizione. Significherebbe andare avanti senza interruzione sperando di poterli “lavorare” tutti prima della scadenza dei terrmini per i bilanci. Potrebbe significare anche una sera di Capodanno in aula, ma è una prospettiva del tutto irrealistica. Per ora, anche nel pomeriggio, rinvii continui fino all’ultimo che parla di inizio della seduta alle ore 20. Vogliamo crederci?
Mai si sognerebbero di privarsi del Capodanno in nome dell’interesse comune i politici superpagati della Regione. Alla fine un accordo sarà trovato. Riassumendo per la gente la situazione in termini semplici: l’opposizione sostiene che il bilancio approntato dal governo Chiodi è falso e bugiardo. Dunque non va approvato. Per arrivare a questo, bisogna allungare il brodo fino al 31 dicembre, impedire l’approvazione e costringere la Regione al bilancio provvisorio.
Sarebbe la prima volta nella storia dell’era Chiodi. Proprio prima delle elezioni di maggio 2014? Ebbene sì, e non sarebbe una buona promozione elettorale.
I politici non avvezzi a usare la logica e la riflessione non si chiedono mai se questi ghirigori tattici siano compresi o no dai cittadini. Fanno male. Non si chiedono neppure se nel collasso economico-occupazionale dell’Abruzzo (meno di 500.000 occupati, è la prima volta da molti anni), tra la gente buttata fuori la notte di Natale come a Celano, o tra quella licenziata, oppure costretta alla resa dalle tasse e dalla burocrazia, i loro giochetti sul bilancio abbiano significato. Astrale è la loro distanza dal mondo reale dei pensionati affamati, dei precari, dei disoccupati, dei licenziati. Con i lavoratori di Celano cacciati a calci la sera del 24 dicembre, la Regione e la Provincia non c’erano.


28 Dicembre 2013

Categoria : Politica
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